Dal buio delle chiusure pandemiche ai bagliori notturni del Bosco di Capodimonte: al Campania Teatro Festival, nella sezione italiana, c’è spazio anche per le «scritture d’emergenza». Si tratta di Senet, un esperimento scenico frutto del progetto Zona Rossa Bellini che, durante lo scorso lockdown, ha messo alla prova sei artisti, isolati al lavoro per settantasei giorni nel teatro napoletano di Via Conte di Ruvo. Proposto in prima assoluta dalla Fondazione Teatro di Napoli martedì, ventidue giugno, con la regia di Pier Lorenzo Pisano, lo spettacolo fa proprie, fin dall’allestimento scenico, le atmosfere del contesto emergenziale. Alla scenografia Lucia Imperato che propone, al centro del palco, la sagoma di una piccola stanza quadrata e spoglia, circondata dalle ombre. Sono queste ultime a orientare lo sguardo e i discorsi delle protagoniste, rinchiuse in casa non dal virus ma da un blackout, e costrette a fare i conti non solo l’una con l’altra ma soprattutto con sé stesse e le proprie proiezioni. Alla voce calma e razionale di Matilde Vigna fanno seguito i toni e la gestualità angosciata di Federica Carruba Toscano, in un dialogo dal ritmo incalzante costruito attorno ad interrogativi e dubbi, pause e colpi di scena. «Cosa c’è fuori?» una donna domanda all’altra nell’incipit della performance, ma forse «Cosa c’è dentro?» è l’interrogativo al quale la drammaturgia, nel suo dispiegarsi, si trova a rispondere. Poiché se all’esterno è buio, non resta che puntare i riflettori all’interno, nello spazio inesplorato dell’intimità; da questo punto di vista è sorprendente il disegno luci di Salvatore Palladino, che illuminando e ottenebrando abilmente la narrazione scandisce i tempi di un chiaroscuro tutto interiore, da cui l’audience resta assorbita per più di un’ora. Nonostante la semplicità delle scelte registiche, infatti, una meticolosa alternanza di dettagli non solo luminosi ma anche sonori  – questi ultimi a cura di Alessio Foglia – valorizzano la scena,  riuscendo a tenere desta per quasi tutto il tempo la concentrazione di chi segue. Senet è un viaggio interessante dentro tematiche sempre più vive nel corso dell’ultimo anno e rimaste forse ancora troppo sopite, una riflessione per qualche tratto anche angosciante, ma che, tutto sommato, vale la pena di compiere.

Chiara Nobis