Un applauso reverenziale, attonito e riflessivo, che riconosce ed apprezza la bravura degli attori Yari Gugliucci e Clotilde Sabatino, saluta il cast dello spettacolo “All’ombra di Totò” di Emilia Costantini con la regia di Stefano Reali. Tra loro c’è anche Elena De Curtis, la nipote del principe della risata, invitata a salire sul palco allestito nel verde del Real Bosco di Capodimonte. Le sue parole sono rivolte al nonno quasi come se ne volesse giustificare il lato emerso nella narrazione scenica, non da tutti conosciuto “anche lui aveva le sue debolezze, mio nonno ha amato profondamente mia nonna Diana, è stato un vero amore…; ha cercato Dino quando non vedeva più, Dino a cui i produttori non pagavano…” Tra il pubblico, con discrezione, dall’alto della platea accoglie l’applauso del pubblico la figlia di Dino Valdi, nome d’arte di Osvaldo Natale, controfigura ufficiale di Totò che è vissuto all’ombra del grande artista per oltre vent’anni. Protagonista inaspettato dell’opera teatrale è proprio Dino, l’uomo ombra, che pochi conoscono perché non rappresentato, non ricordato, nessuna riconoscenza, compresso dalla grandezza inestimabile di Totò. Personaggio complesso in cui convivono più anime, esprime il conflitto interiore di sentimenti contrastanti che nutre verso il grande Totò, amore e odio rappresentati, attraverso l’artificio teatrale, da due figure femminili, la giornalista del mattino e il primo grande amore del principe della risata, Liliana Costagliola. Privo di identità, agisce, pensa e si muove come il grande artista, egli è l’alter ego di Totò, ciò che vorrebbe essere e che non è e per il quale prova invidia ma anche ammirazione, che gli è stato vicino nei momenti più difficili ma gli rimprovera di non essere stato generoso con lui.  L’intervista immaginaria della giornalista spinge Dino a far emergere ciò che non vorrebbe dire, come se dovesse custodire un segreto, egli dice e non dice eppure emergono aneddoti e fatti della vita privata dell’artista, che si discostano da quella più nota che lo rappresenta come uomo generoso, incurante del denaro, amorevole e simpatico, sempre pronto a far sorridere e divertire il suo pubblico, una biografia inedita eppure documentata e raccontata dall’autore del testo, Nicola Canonico. Liliana compare sulla scena con veemenza, li accusa di voler diffamare Totò e con parole amorevole racconta la loro triste storia d’amore finita per l’eccessiva gelosia di lui e con il suicidio di lei. Ma ora che Totò è morto Dino vorrebbe uscire alla luce del sole, conquistare la scena come protagonista ma non gli è permesso perché è “troppo Totò” gli dicono i produttori, deve rinunciare ad essere un attore ad avere un lavoro sul set, nessuna riconoscenza, tra le braccia solo il vestito, le camicie, il gilet, le scarpe e una delle celebri bombette nere donate da Franca Faldini, l’ultima compagna del principe De Curtis in arte Totò,

Tommasina La Rocca