Non c’è niente di più bello che trasmettere il proprio sapere. E quando questo significa trasmettere anche una tradizione alle nuove generazioni, si contribuisce a rendere immortale lo spirito di una città. Ruggiero Cappuccio, ha voluto, pertanto, inserire, nell’edizione 2017 del Napoli Teatro Festival, una sezione laboratorio, aperta, gratuitamente, a giovani appassionati e curiosi, desiderosi di apprendere e sperimentare vecchie e nuove forme d’arte. Tra i diversi progetti laboratoriali, quello curato da Bruno Leone, Il segreto delle guarattelle, è, forse, quello che più di tutti incarna l’idea di tradizione e immortalità. Trasmettendo ai suoi allievi l’arte delle guarattelle, il maestro consegna nelle loro mani la responsabilità di perpetuare la “napoletanità” antica e, allo stesso tempo, sempre attuale che prende forma nel personaggio di Pulcinella.
Il laboratorio si è concluso con una prova aperta di quanto appreso dai partecipanti, tenutasi il 23 Giugno nei giardini di Villa Pignatelli. Sotto la guida e l’occhio attento del maestro, le giovani leve di guarattellari si sono esibiti in sette piccoli spettacoli che hanno riscontrato un grande apprezzamento da parte del pubblico. I canovacci seguiti dai ragazzi hanno ripreso tutti i canoni della tradizione sapientemente incorporati a una giusta dose di modernizzazione. Così, se vediamo un Pulcinella che ormai usa uno smartphone per parlare con la sua Teresina, nondimeno riconosciamo il solito antieroe irriverente pronto a prendersi gioco, a modo suo, dei potenti, dei padroni e finanche della morte. Non sono neanche mancati gli esilaranti e proverbiali combattimenti coi bastoni con i nemici più improbabili. Tanto picchiava Pulcinella sulla testa degli avversari, quanto picchiava il sole di mezzogiorno sulle teste degli spettatori. Il caldo però non è riuscito a distogliere l’attenzione sia dei piccoli che degli adulti tornati bambini: rifugiatisi nei più piccoli coni d’ombra a disposizione (con un tempestivo intervento di Bruno Leone che ha orientato i teatrini verso una zona meno assolata), portatisi ai ripari con cappellini e ombrellini colorati, nessuno ha voluto rinunciare al divertimento dello spettacolo.
Segno, questo, della bravura degli artisti e, di riflesso, di quella del loro maestro. Palpabile era, infatti, il feeling e l’affetto creatosi con i ragazzi che ci hanno tenuto ad affermare quanto avessero apprezzato gli insegnamenti di Leone, definendolo non solo un abile maestro guarattellaro, ma un maestro di vita. E il primo insegnamento che ha voluto lasciare, non solo ai suoi allievi, è quello di coltivare ciò che “ci può aiutare a vivere meglio”. Insomma, nonostante qualche incertezza e qualche problema con la ristrettezza dei tempi, una prova aperta che è risultata degna di un vero e proprio spettacolo in piena regola che ha saputo rivelare il vero segreto delle guarattelle che, in fin dei conti, è un “segreto di Pulcinella”.
Brigida Esposito