La forza dell’immaginazione prende le sembianze di variopinti personaggi onirici che si muovono sul filo invisibile del sogno. La grenouille avait raison, lo spettacolo di James Thierrèe, andato in scena al Teatro Bellini, ha dato vita ad un vero e proprio gioco dell’immaginario, sperimentando il tempo in cui si svolge come rappresentazione, senza scandirne la trama, e costruendo un divertente e fantastico universo di personaggi che scambievolmente si alternano in brani e pièce mimiche.
La rana aveva ragione, ma non sappiamo perché; è ciò che emblematicamente si rappresenta come quella parte di dubbio e mistero che ci muove verso aspirazioni e sogni. Uno spettacolo pensato per l’infanzia anche per l’uso della scenografia, fantasiosa e onirica, che riesce ad aprire all’universo delle emozioni. Uno spettacolo musicale, dove gli attori a metà tra acrobazia e danza ben rappresentano una temporalità interiore in cui tutto trova un suo spazio senza ordine.
E in assenza di una vera e propria storia da seguire, ecco che in questo altalenarsi di corde e funi e vasche d’acqua prende vita un villaggio, un mondo, un pianeta di domande e risposte, di sogni e contraddizioni, perché si arrivi con sereno stupore al sentimento della meraviglia e della scoperta. Ed è questo sentimento di meraviglia che sottende il filo segreto dello spettacolo, un sentimento che forse appartiene maggiormente ai bambini ma che riesce a coinvolgere anche gli adulti in un movimento artistico che rapisce in questo mondo dell’immaginazione e che si fa rimpiangere.
James Thierrèe, che ha curato la rappresentazione scenografica oltre che le musiche, riesce, con La Grenouille avait raison, a mettere in scena una zona fantastica della mente rendendoci esploratori di un tempo universale senza che rintocchi alcun orologio.
Emiliana Chiarolanza