Al Napoli Teatro Festival Italia, un focus sul mondo arabo: spettacoli, mostre e incontri dedicati ai flussi culturali del Mediterraneo.

Opere ed eventi firmati da artisti emigrati che vivono e lavorano in Europa portano in scena i temi della multiculturalità, della pluridentità e dell’apertura ai flussi culturali del mondo contemporaneo.

La programmazione è stata realizzata grazie alla collaborazione con la rete di festival internazionali con cui la Fondazione Campania dei Festival ha partecipato con il progetto Performances Beyond Two Shores, sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Europa Creativa; e grazie a quella con La Francia in scena, stagione artistica dell’Institut Français Italia, realizzata su iniziativa della dell’Ambasciata di Francia in Italia con il sostegno dell’Institut Français e della Fondazione Nuovi Mecenati; e con supporto finanziario del Goethe-Institut di Napoli e del Ministero Federale degli Affari Esteri di Berlino.

A raccontare il focus, il 18 giugno ore 21.30 in diretta dal Dopofestival del Giardino Romantico di Palazzo Reale, è Radio Zazà – la trasmissione di cultura, società e spettacolo, in onda su Rai Radio 3 – con i curatori della trasmissione Anna Antonelli e Lorenzo Pavolini e i conduttori Piero Sorrentino e Lea Nocera, per un momento di confronto con alcuni dei protagonisti della dodicesima edizione del NTFI. Una finestra sul Mediterraneo è il titolo della rubrica, a cura di Lea Nocera, che darà ampio spazio alla creazione artistica del Mediterraneo degli artisti in esilio in Europa inserita nella programmazione del Festival.

Saranno ospiti del programma di approfondimento Wael Ali, scrittore e regista siriano classe 1979, che presenta in prima assoluta Sous un ciel bas تحت سماء و١طئة Under a low sky, spettacolo di teatro documentario, che porta in scena la storia di Jamal, documentarista siriano che vive in Francia, ossessionato dalla perdita del proprio passato. Lo spettacolo è in scena alla Sala Assoli il 21 e il 22 giugno. La creazione è solo il primo momento del progetto Performance beyond two shores, che nella sua face successiva prevede la tournée nei festival partner del progetto (festival Les Rencontres à l’échelle – Mersiglia; Shubbak festival – Londra; Weimar art festival – Weimar; Palais des Beaux Arts Bozar – Bruxelles; Dancing on the Edge festival – Amsterdam). Il programma del gathering, curato in partnership con il Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, prevede il 18 giugno alle ore 16 presso la Sala conferenze di Palazzo Corigliano l’incontro aperto al pubblico, Riflessioni sull’esilio: l’esperienza del teatro arabo in Europa, partecipano oltre gli artisti coinvolti, Lea Nocera, a coordinare l’evento sarà Monica Ruocco. Il 19 giugno alle ore 19 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale (con accesso da Piazza Trieste e Trento) secondo incontro aperto al pubblico dal titoloScene con(temporanee): il teatro arabo in Europa, oltre gli artisti presenti, interviene Gennaro Gervasio, coordina Monica Ruocco.

Altro protagonista del focus dedicato alle nuove visioni della scena artistica post-migratoria sarà Mohamad Al Rashi, coregista insieme a Wael Kadour, drammaturgo e regista siriano oggi rifugiato in Francia, e interprete di Cronache di una città senza nome, che racconta la storia vera di una donna suicidatasi a Damasco nel 2011, mettendo in luce la violenza intrinseca a un sistema politico, economico, religioso, instaurato e perpetuato da decenni. Lo spettacol debutta in prima nazionale a Galleria Toledo, il 20 e 21 giugno.

Dal teatro all’arte con Bissane Al Charif, scenografa siro-palestinese, che insieme all’attrice e regista libanese Chrystèle Khodr e al regista siriano Waël Ali, indaga le esperienze sessuali e la loro relazione con i cambiamenti del periodo postbellico, attraverso l’installazione interattiva Dans un jardin je suis rentrée, in mostra a Palazzo Fondi fino al 22 giugno.

Ancora dalla Francia, arriva a Napoli in prima nazionale, dopo la rivelazione al Festival di Avignone 2015, Finir en beauté di Mohamed El Khatib, artista francese di origini marocchine ideatore del collettivo Zirlib, luogo di incontro e ricerca di performer, danzatori, cineasti, musicisti di formazione e orizzonti diversi. Il suo lavoro, in scena 25 giugno ore 21 e il 26 giugno ore 19 alla Sala Assoli, prende spunto da interviste, email, sms, documenti amministrativi e altre fonti reali, attraverso cui (ri)costruisce in scena, il racconto di un lutto: la morte di sua madre. Lo spettacolo è programmato in collaborazione con La Francia in scena.

Per la scena internazionale della danza, dopo il successo al NTFI 2018, il 14 giugno ore 21 torna a Napoli, sul palco del Teatro Politeama,  Ali Charour con il nuovo lavoro Night (Layl), una performance che indaga la trasformazione che ha subìto il concetto di amore nel mondo islamico, nel passaggio dall’età preislamica Jahiliyyah alla società contemporanea.

Ancora attraverso il linguaggio artistico della danza, si darà voce al dramma siriano in Et si  demain del coreografo e ballerino Nidal Abdo dell’Atelier des artistes en exil. Il 17 giugno ore 21 al Teatro Nuovo il Collectif Nafass presenta in prima nazionale la nuova creazione di Nidal Abdo. Il lavoro parte da alcune domande fondamentali per chi proviene da un Paese in guerra: perché io, perché noi, perché l’Uomo? Queste interrogativi hanno spinto la compagnia Nafass a creare Et si demain, uno spettacolo di danza contemporanea che indaga ricordi, privazioni, dolori, emozioni raccontati attraverso il linguaggio del corpo – che diventa linguaggio dell’anima – grazie ai quattro danzatori siro-palestinesi. Lo spettacolo è programmato in collaborazione con La Francia in scena.

Dalla Francia, arriva lo spettacolo Hadra di Alexandre Roccoli con Hadra, in scena il 2 e 3 luglio Museo Diocesano presso la Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia. Inizialmente ideato per il danzatore marocchino Yassine Aboulakoul e poi affiancato dal fratello Youness, il lavoro si concentra sulla potenza del desiderio di danzare. Per Hadra, solo creato nel 2017 al Musée de l’Histoire de l’Immigration, Roccoli prende ispirazione dalle danze di possessione diffuse sia nel Marocco delle confraternite gnawa ma anche in certe culture contemporanee urbane, dall’hip hop alla musica house. Utilizzando la ripetizione dei movimenti e dei suoni, l’artista produce un’estetica circolare, ipnotica e magnetica in cui il corpo è colto dalle vertigini della danza. Lo spettacolo è programmato in collaborazione con La Francia in scena.

Il Napoli Teatro Festival Italia si impegna in questa edizione a dar vita ad un progetto, che possa sostenere non soltanto le diversità di provenienza, ma anche differenti visioni artistiche, confermando l’apertura alle creazioni che raccontano la migrazione e il ruolo degli artisti in esilio in Europa, in un’ottica che favorisca il welfare culturale e la cooperazione.