Il potere della danza in alcuni ambienti sociali è molto importante. Riesce a incanalare energie, disagi sociali, a volte rabbia e a trasformali in qualcosa d’altro: arte pura. C’è una nuova generazione che vuole esprimersi attraverso il corpo, dando vita ai propri impulsi più profondi arcaici e moderni. È la generazione che segue i profondi cambiamenti della  nostra società contemporanea multimediale, in cui gli stimoli vengono da ogni dove e dove una meta vera ancora non c’è.

Dall’America, un paese sempre all’avanguardia dal punto di vista artistico ma anche ricco di contraddizioni, nasce il Flex. Nato nell’East side di Brookline l’unione di uno stile di ballo popolare “dancehall” e di uno più aggressivo il “bruk up”  è soprattutto un racconto di un vissuto personale e tragico.

Il vissuto di chi in certi sobborghi metropolitani deve fare i conti ogni giorno con una realtà molto difficile da affrontare e si rifugia nella musica. Nel 2015 nasce lo spettacolo “Flexn” ad opera del coreagrafo americano Reggie (ReggRoc) Gray e di Peter Sellars, in cui attraverso una compagnia di 21 ballerini si permette alla cosiddetta “danza di strada” di potere sublimare il dolore  e la frustrazione in un contenuto di alto valore artistico.

In questo spettacolo i 21 “flexdancers” emozionano il pubblico con la loro grande energia, raccontando attraverso le movenze del corpo e della musica  storie  spesso autobiografiche. Provengono anche loro dagli stessi luoghi, di cui raccontano l’emarginazione e il degrado. Il potere fortemente comunicativo di questa danza ha fatto in modo che si diffondesse oltre i confini americani arrivando anche in Europa.

Lo spettacolo messo in scena al Teatro Augusteo nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia ha permesso al pubblico di poter apprezzare non solo una nuova forma di espressione artistica ma anche di comprendere di quanto l’arte in tutte le sue forme può avere una funzione fortemente catartica e purificatrice e di quanto sia inutile e controproducente per l’uomo affidarsi alla violenza per esprimere qualsivoglia forma di conflitto interiore. L’arte è, infatti, l’unico modo per arrivare profondamente e immediatamente al cuore degli uomini.

 

Fiorentina Maria Elena