Mercoledì 20 giugno il DOPOFESTIVAL, rassegna di musica live curata da Massimiliano Sacchi e organizzata da Giano Bifronte, propone (a partire dalle 23.00 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale) Mujura #folk.
Mujura prende artisticamente le distanze dagli altri cantautori folk. L’artista calabrese (alias Stefano Simonetta, di Roccella Jonica), che fra l’altro è il produttore artistico di Eugenio Bennato, non guarda nostalgico al recupero della tradizione: «Ho iniziato a interessarmi alla musica popolare 15 anni fa – racconta il cantautore a ilgiornaleoff.it -, però ho capito che in Italia c’era una forma di riverenza che ci porta ad accettare tutto della musica popolare, anche se, diciamola pure, nel popolare ci sono anche cose molto brutte. Un musicista deve avere la capacità di filtrare e di scegliere in base alla propria formazione». La “mujura” – che in Calabria richiama a un cielo sospeso fra il temporale e il sereno – ha ispirato il progetto e l’album: «È una sorta di limbo meteorologico che diventa uno stato di mezzo esistenziale, in linea con la condizione che ho vissuto». A dispetto del nome evocante incertezza, il progetto Mujura è uno sguardo feroce sulla Calabria che, togliendo etichette folkloristiche e moralismi, racconta la contemporaneità. Per esempio, non mancano gli attacchi al brutto che azzanna il bello.