Martedì 15 giugno il Campania Teatro Festival continua con un ricco calendario di eventi per godere al massimo delle bellezze del Real Bosco di Capodimonte.

Alle 18.00, due appuntamenti: al punto di raccolta del Belvedere (Porta Grande), si parte con la visita guidata al bosco in bici, per scoprire le meraviglie più nascoste del giardino storico. Invece, al Teatrino del Belvedere-Pagliarone (Porta Grande), all’ombra di un secolare albero, si potrà partecipare al ciclo di incontri Come un albero la mia voce racconta, a cura di Antonella Ippolito e Martina Baldi. Un laboratorio esperienziale attraverso cui i partecipanti, tra immagini e racconti, porteranno alla luce nuovi sé.

Si prosegue poi alle ore 19.00, alla Manifattura della Porcellana (Porta Miano), con una nuova edizione della sezione Letteratura dal titolo Laggiù, a cura di Silvio Perrella, organizzata da Vesuvioteatro.org con il coordinamento di Brigida Corrado. Ogni sera, dalle 19.00 alle 21.00, il pubblico sarà accompagnato in un altrove fatto di parole e poesia senza confini di tempo e luogo.

Si inizia con Fuir, là-bas, fuir… con Salvatore Di Natale e subito a seguire El blues di Loi, un recital in cui un’attrice, Milvia Marigliano, un poeta, Igor Esposito, e un musicista, Ciro Riccardi, raccontano una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano, Franco Loi, scomparso lo scorso gennaio.

Musica alle 21.00 nel Giardino Paesaggistico Pastorale (Porta Miano) di Capodimonte con Bandita Bagnoli di Marco Zurzolo, che condurrà il pubblico in un viaggio da Bagnoli alle pendici del Vesuvio. Attraverso le sonorità e i colori delle melodie partenopee, la città si riappropria di se stessa e della sua dignità.  Il ricavato dello spettacolo, come per gli altri della sezione Musica del Campania Teatro Festival, sarà devoluto in beneficenza all’Ospedale Cotugno di Napoli.

Per la sezione Osservatorio, alle 21.00 al Giardino Paesaggistico di Porta Miano, è prevista la prova aperta di Il mio nome è Cassandra, scritto, diretto e interpretato da Federica Bognetti, una produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale e la compagnia Veranda Rabbit. Al centro della scena la figura dell’attore/creatore, tramandatore di storie con la sua voce e la sua arte, che però diventa inutile quando non c’è nessuno ad ascoltare.