di Laura Cascio, Master in Drammaturgia e cinematografia – Università degli Studi di Napoli Federico II
Atmosfere noir, suggestioni macabre, eventi paranormali, scenari inquietanti e dialoghi permeati di brillante ironia sono gli ingredienti di uno dei fumetti più amati del panorama editoriale italiano: Dylan Dog.
Per omaggiare le raffinate narrazioni di cui è protagonista l’investigatore dell’incubo ideato da Tiziano Sclavi, il Comicon, con la supervisione della Sergio Bonelli Editore e la collaborazione della compagnia teatrale IAF, propone un’originale “esperienza immersiva” nella quale ogni visitatore può prendere parte a un’itinerante avventura horror presso Palazzo Venezia a Napoli, dal 14 al 23 giugno 2019; ogni giorno (fatta eccezione per il 17 giugno) sono previste dalle tre alle quattro rappresentazioni della durata di un’ora, nel corso delle quali le interazioni tra il pubblico, gli attori e le scenografie costituiscono elementi drammaturgici fondamentali. Gli spettatori sono tutti chiamati a indossare una maschera con le fattezze di Dylan e a percorrere in religioso silenzio le ambientazioni londinesi del fumetto, ricostruite in un appartamento finemente approntato per la pièce. Ogni stanza attraversata dal gruppo di visitatori/investigatori è caratterizzata dalla presenza di due o più personaggi della serie che illustrano, attraverso monologhi o brevi dialoghi, frammenti della vicenda sui quali il detective dovrà far luce: la morte misteriosa di una donna e le sue apparizioni nei sogni della sorella. Le figure dell’assistente Groucho, dell’ispettore Bloch, dell’agente di polizia Jenkins, della Morte e della sensitiva Maria Trelkovski, sono efficacemente interpretate da attori in costume che, a partire da un canovaccio, si relazionano parallelamente ad astanti e comprimari: uno degli aspetti più accattivanti della loro performance consiste nel rivolgersi all’intero pubblico come se fosse un’unica persona, nella fattispecie Dylan Dog, e nel replicare allo/a spettatore/spettatrice che di volta in volta prende la parola con battute di spirito formulate all’impronta.
Stemperati gli aspetti più angoscianti del fumetto, la rappresentazione risulta sostenuta da un buon ritmo e da una sceneggiatura che ammicca alle black comedy anglosassoni: non mancano inoltre i colpi di scena e le trovate d’effetto che sfruttano le peculiarità delle ambientazioni ricreate ad hoc. Ottimi la regia di Claudio Curcio, le interpretazioni dei sette attori in scena e gli allestimenti dello Zé Design Studio.