Danila Conte – Specializzanda Master in drammaturgia e cinematografia, Università Federico II di Napoli.
“Essere Dylan Dog” è questo il titolo dello spettacolo che dal 14 al 23 giugno, nell’ambito del Napoli teatro Festival Italia, è in scena presso l’edificio di Palazzo Venezia, in via Benedetto Croce 19, nel cuore pulsante del centro storico di Napoli.
Lo spettacolo, che vede la regia di Claudio Curcio, è il risultato di un lavoro che nasce da una precedente edizione della Dylan Dog Experience, sviluppatasi nel 2016 per il Lucca Comics. Essa prevede un salto dalla realtà all’immaginazione, che catapulta gli spettatori all’interno delle pagine del celebre fumetto di Tiziano Sclavi e li costringe a diventare Dylan Dog, ad essere Dylan Dog.
Certo, li costringe, perché dal momento in cui lo spettatore varca la soglia della porta d’ingresso che conduce nella celebre realtà “Dylandoghiana”, non c’è scampo, non ha il tempo di porsi il famoso dubbio amletico che lo spinge a domandarsi se “essere o non essere” Dylan Dog. Una volta entrati non c’è scelta, la realtà si trasforma e si fa fumetto, così come i volti degli spettatori, che smettono di essere di carne e assumono le fattezze del volto disegnato sulla carta del celebre indagatore dell’incubo.
È così, tutti trasformati come per magia o per tirannia, dalla matita dei fumettisti di Dylan Dog, gli spettatori si trovano ad interagire, per circa sessanta minuti, con i personaggi principali delle storie di Sclavi, da Groucho, suo fedele assistente, a Maria Trelkovski; e nei panni, o meglio, mascherati da Dylan, tentano di risolvere un enigma aiutati e a tratti ostacolati dai personaggi che incontrano durante il percorso.
Le scenografie riproducono fedelmente alcune delle stanze, degli oggetti, e dei luoghi disegnati nel fumetto, permettendo agli spettatori di poter toccare il celebre clarinetto e perfino di respirare l’odore della terra che circonda le lapidi del cimitero Dylandoghiano. Tra il buio e la luce, che cerca di trovare un varco nel mistero che attanaglia il cuore e la mente dei “tanti Dylan Dog”, i presenti calpestano il pavimento del bellissimo Palazzo Venezia trovandosi a dialogare addirittura con la Morte. Non poteva esistere luogo migliore in cui portare in scena le storie da incubo dell’eroe Bonelliano, in pieno centro storico partenopeo, in quel pezzo di mondo della Napoli occulta che conserva oscure leggende, simboli esoterici, storie macabre e di amori maledetti.
Un incontro perfetto tra teatro e realtà, spettatori ed attori, mondo di carne e pagine di carta, visibile e invisibile, occulto e manifesto, tangibile.