Lunedì 6 luglio, tre debutti animeranno i palcoscenici del Napoli Teatro Festival Italia. Al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale alle 21.00 (replica ore 23.30), la prima assoluta dello spettacolo Nella solitudine dei campi di cotone di Bernard-Marie Koltès, con Federica Rosellini e Lino Musella, per la regia di Andrea De Rosa. Il testo di Koltès offre l’occasione per interpretare il tempo in cui viviamo e s’interroga sulla condizione del teatro post-pandemia: «Ho immaginato il luogo dove si svolge Nella solitudine dei campi di cotone come un teatro vuoto – spiega De Rosa nelle note di regia; ho immaginato il personaggio del “venditore” come un’attrice dimenticata su un palcoscenico e il “cliente” come un uomo che viene da fuori; ho immaginato che la merce intorno alla quale si conduce la misteriosa trattativa tra i due personaggi riguardasse il teatro stesso».
Sempre alle ore 21.00, anticipando il debutto assoluto previsto per martedì 7 luglio, al Cortile della Reggia del Real Bosco di Capodimonte sarà possibile assistere alla prova generale di Settimo Senso, adattamento per il teatro da un racconto di Ruggero Cappuccio, messo in scena da Nadia Baldi e interpretato da Euridice Axen, di cui firma adattamento e consulenza musicale Ivo Parlati. In scena un immaginario dialogo tra una donna e un uomo: lo stupore deflagra quando l’uomo si accorge che la presenza femminile è in tutto e per tutto uguale a Moana Pozzi. In un dialogo misterioso, la donna enuncia la sua idea di pornografia, lanciando provocatorie affermazioni contro il potere, la politica, l’arrivismo. La donna spiazza lo scrittore dicendogli che lui sta sicuramente progettando un articolo-rivelazione sulla falsa morte di Moana Pozzi. Gli propone poi un gioco: in una notte dovrà decidere se corteggiarla o tradirla con uno scoop.
Prosegue poi, nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, alle ore 21.00 e 22.30, la programmazione della sezione Osservatorio con la prima assoluta, Asterione, scritto e diretto da Daniele Sannino, con Vincenzo Esposito, Raimonda Maraviglia, Francesco Roccasecca e Manuel Severino. Lo spettacolo è ispirato al mito greco del Minotauro: il protagonista, metà uomo e metà toro, si ritrova dopo la sua morte in un night club surreale, in cui tre spiriti “raffinano” le anime per mestiere. In questa sorta di limbo tra un’esistenza e l’altra, i morti raccontano le loro storie per poterle dimenticare e passare a un’altra vita. Legato alla sua natura deforme, Asterione si dichiara impossibilitato a questa dimenticanza.