Progetto DISADIRARE / Capitolo secondo
REGIA, DRAMMATURGIA E SPAZIO SCENICO ADRIANA FOLLIERI
DISEGNO LUCI DAVIDE SCOGNAMIGLIO
ELEMENTI DI SCENA EMANUELE PERELLI
PAESAGGIO SONORO LUCA CAIAZZO IN ARTE LUCARIELLO
CON PAOLA MARIA CACACE, FRANCESCA CAPASSO, VERONICA D’ELIA, FEDERICA DI GIANNI, GIANLUIGI SIGNORIELLO, ANDREA W. IN ARTE OBLIO
ASSISTENTE ALLA DRAMMATURGIA CARLO GALIERO
DRAMATURG CARLA PASTORE
ASSISTENTE ALLA REGIA GIULIO PASTORE
SUONO FRANCESCO TROISE
COSTUMI BRUNELLA PAOLILLO
COLLABORAZIONE ARTISTICA MARIACHIARA DAMIANO, DANIELE D’ARI, ANASTASIIA DMYTERCHUK, SOFIIA DMYTERCHUK, FRANCESCO ESPOSITO, FRANCESCA DILETTA IAVARONE, FABRIZIO NARDI, MARIA PAOLILLO, ELEONORA ROSSIT, GIULIA SERGI, TASI TASEV, PASQUALE TERMINI, ANTONIO TESTA
ORGANIZZAZIONE E CURATELA VELIA BASSO
FOTO DI SCENA IVAN NOCERA
UFFICIO STAMPA ROSSELLA GIBELLINI – PEPITAPUNTOCOM
AMMINISTRAZIONE PRONOS
PRODUZIONE MANOVALANZA IN COLLABORAZIONE CON CCO – CRISI COME OPPORTUNITÀ
TEATRO COMUNALE DI CASERTA
28 OTTOBRE 2024 ORE 21.00
Si ringrazia la Direttrice dell’IPM di Airola (BN) Dott.ssa Eleonora Cinque, il Magistrato di sorveglianza Dott.ssa Margherita Di Giglio, il Comandante e tutto il personale di Polizia Penitenziaria, l’Area Educativa dell’Istituto, le artefici e i formatori del Presidio Culturale Permanente a cura di CCO – Crisi Come Opportunità. Si ringraziano per la preziosa collaborazione il NEST – Napoli Est Teatro, la Cooperativa Sociale Dedalus/ Officine Gomitoli e la Compagnia Interculturale Tutto il mondo è paese. Si ringrazia l’Associazione Textures di Airola per l’ospitalità e il Festival Dialoghi di libertà.
Schierati nell’ambiente sconfinato – dipinto da Emanuele Perelli e illuminato da Davide Scognamiglio – dal carattere ora lattiginoso, ora cupo e profondo come un buco nero, i corpi autoriali muovono i propri slanci e le rispettive sorti attraverso relazioni spinte e determinate dal libero arbitrio, facendo della storia mitica evocata dai propri nomi un’eco dissonante. L’Iliade omerica è una traccia dissestata la cui ammirata lettura suggerisce inediti slanci: vediamo protagonisti fortemente umani, contemporanei, che realizzano finalmente a partire dalle predestinazioni granitiche e schiaccianti un trampolino per ben altri tuffi, disponendo sul terreno del presente scenico un atto politico e poetico fatto di vitali precipitazioni di sé nel senso collettivo. La composizione drammaturgica e la regia di Adriana Follieri sono create e disegnate accuratamente per la compagnia di attrici e attori: artisti che attraverso l’innesto tra classico, contemporaneo e futuro remoto, nella pratica di “traduzione generalizzata” innescata dall’ibridazione culturale, si fanno simbolo discreto del moto di rivoluzione artistica e incisione sulla realtà auspicato e posto alla base del teatro di Manovalanza. L’azione si sviluppa tra quello che potrebbe essere l’accampamento degli Achei e il mare, uno spazio esteso e desolato abitato da persone lontane con all’orizzonte l’agognata Itaca, incombenti le mura di Troia da espugnare, e in una suadente prossimità la tenda di Achille dove i corpi in vicinanza seppur apolidi trovano la casa, il nido ideale per elaborare la propria crescita e la trasformazione che ne deriva. La violenza incombe, straziante. Tuttavia il processo che porta ciascuno a disadirarsi continua tenacemente. Connotato ciascuno da un Ex Voto, frammento di armatura Per Grazia Ricevuta – che è qui anche simbolicamente inteso come tratto caratteriale e gabbia identitaria – , ogni eroe ed eroina attraversa la possibilità di deporre le protezioni in gesto di sovversiva rinuncia alla guerra, verso un capovolto sistema di affermazione di sé, in campo aperto di anime esposte, rovesciate.
Lo spettacolo LA TENDA DI ACHILLE costituisce il secondo capitolo del progetto DISADIRARE nato dalla ricerca artistica a cura di Manovalanza nelle Case Circondariali e negli Istituti Penali Minorili e si pone l’obiettivo, nella creazione di una Compagnia teatrale con giovani attrici e attori professionisti insieme a persone detenute ed ex detenute, di condividere spazi profondi di ricerca e creazione artistica, aprendo un piccolo varco nella realtà e affacciandoci così a edificarne una nuova, alternativa a quella brutale che l’esterno ci pone come specchio.
NOTE DI REGIA
Mi parla con vivida voce il Mito, riflette il suo senso nello specchio rimandando immagine e luce, facendosi infuocato per quanto è acuto. L’acqua colmata per spegnere il fuoco, una volta attraversata dai nostri sguardi, rifrange e cambia la forma iniziale. Così le parole. Ciò che viene detto eroico è anche meschino. Ciò che chiamiamo bellezza è pure esercizio di potere, o di sconfitta, se serve a spostare una donna da un palazzo all’altro come un pacco, come fosse corredo senza amore, carico movimentato senza tener conto della sostenibilità di quel peso, involucro inerte. Anche la fede negli Dei dell’Olimpo, – assoggettata dal dogma di sovrani/sudditi proni ad ogni cambio dei venti, irragionevolmente suscettibili anch’essi di fronte alle pestilenziali mutate benevolenze di divinità che si fanno umane soltanto per esercitare capricci, – è l’unica blanda argomentazione postuma, quando ci si ritrova a contare i caduti. Ai dati di realtà preferisco i dati di possibilità e la trasformazione che ne deriva: così la Tenda di Achille, come luogo di sciopero pensante, fa da reagente all’esteso campo di battaglia del fuori, che è tutto il mondo. Dentro la tenda si protegge e si crea il piccolo esercizio di pace partecipata, di libero arbitrio che smuove l’abitudine a disfare in guerra, provocando il cambiamento di un sé sottratto, che proprio nell’assenza lascia campo aperto a una nuova forma di partecipazione, riflessiva e spiccante di vita.
Adriana Follieri