DI E CON ROSSELLA PUGLIESE
AIUTO REGIA BEATRICE GATTAI
DIREZIONE TECNICA E DISEGNO LUCI ERRICO QUAGLIOZZI
COSTUMI GIUSEPPE AVALLONE
ASSISTENZA ALLA REGIA ARIANNA ZARRI
PRODUZIONE DENEB ETS
TEATRO NUOVO
11 OTTOBRE 2024 ORE 21.00
“PAPàVERI – Sempre in piedi” monologo originale e tragicomico, chiude la trilogia sui “Rapporti parentali”, preceduto da “Rusina” e “Ultimo Stip”. Quest’ultimo capitolo, distinto e a sé stante, indaga il difficile rapporto padre-figlio.
Il desiderio di essere “il migliore” è un’aspirazione comune ma, a volte, dimentichiamo di non possedere né talento, né qualità e competenze necessarie per realizzare ciò che la moda del momento ci impone. I tempi cambiano. Tutto si basa sull’immagine e la popolarità. Tutti emulano tutti. Si finisce con l’omologarsi per seguire una tendenza. Di conseguenza più si concorre per cercare di essere unici più si diventa parte mediocre della massa. Le generazioni cambiano. Ad aggravare il tutto anche le aspettative che un genitore ripone nel proprio figlio meraviglioso, sul quale, spesso si proiettano desideri irrealizzati, vedendo quella vita come il proseguo della propria, e da proprietari si cerca di gestire qualcosa o qualcuno che non ci appartiene affatto, inculcando strade e ordinando percorsi che non aderiscono fino in fondo alle qualità del proprio figlio.
Non sempre o quasi mai, ciò che desidera un genitore è giusto per il figlio, e non sempre la regola del padre vale per il figlio.
Nel mosaico dei ricordi di FELICE MONDO, protagonista e figlio di GIUSEPPE MONDO, su cui già grava un nome che sembra sbeffeggiarlo, FELICE tutto è tranne che risolto. La storia di FELICE e del padre GIUSEPPE ci pone davanti ad un interrogativo, cosa bisogna fare per essere bravi figli e genitori?
La dinamica del loro rapporto, ci mostra la sfiducia reciproca e la completa incomprensione generazionale del momento. Il muro durissimo e irto da scalare per farsi comprendere è costellato da liti e disagi, nessuno cede, nessuno prova ad immedesimarsi ed a imparare dall’altro. Il legame di sangue non è più la forza che unisce ma diventa quasi il problema, il mostro contro cui si lotta tutta la vita, fino a diventare quasi un gioco perverso in cui si cade e ci si rialza, come un MISIRIZZI, il balocco di una volta, con cui giocavano i bambini, che nonostante le continue percosse torna sempre in piedi.
Rossella Pugliese