da Molière ai bestiari medievali, sotto la guida de Il riso di H. Bergson
UNA CREAZIONE DI TEATRINGESTAZIONE CON I DETENUTI DEL CARCERE DI NAPOLI POGGIOREALE
CURA DELLA VISIONE GESUALDI | TRONO
COSTUMI FEDERICA TERRACINA
PRODUZIONE FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA E TEATRIN-GESTAZIONE
IN COLLABORAZIONE CON LA CASA CIRCONDARIALE NAPOLI POGGIOREALE
Laboratorio 23, 24 e 25 giugno 2019
Prova aperta 26 giugno 2019 ore 18.00, durata 50 min
Casa circondariale di Poggioreale
COSTO € 3. IL BIGLIETTO VA ACQUISTATO IN PREVENDITA ALMENO UNA SETTIMANA PRIMA DELLA PROVA APERTA, ESIBENDO UN DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO PRESSO LA BIGLIETTERIA CENTRALE DI PALAZZO REALE. NON È POSSIBILE L’ACQUISTO ONLINE.
Il ricavato dell’iniziativa verrà devoluto a favore dell’associazione “La casa di Matteo” (www.lacasadimatteo.it)
Misantropie nasce come esito del laboratorio di creazione scenica rivolto ai detenuti del Carcere di Napoli Poggioreale. Uno spettacolo che prende vita da una pratica che passa da corpo a corpo, e che individua nel carcere non soltanto uno spazio alternativo a quello formale del teatro, ma la sintesi della società viziata e deformata che viviamo: un luogo ai margini dell’esistenza. Non una riscrittura del Misantropo di Molière, ma un osservatorio sulla disumanizzazione, un decalogo sul divenire della bestia, una mappa per la discesa agli inferi, e su come l’uomo in fondo sia ridicolo nell’affermare la propria superiorità. L’esperienza decennale di TeatrInGestAzione, attiva dal 2006 presso l’Ospedale Psichiatrico F. Saporito di Aversa e dal 2015 presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale, gli ha permesso di sviluppare una direzione etico/estetica che tende al superamento dell’etichetta di teatro sociale. I detenuti sono coinvolti in un processo di creazione che rimette in moto i corpi schiacciati dall’immobilità causata dalla reclusione, rianima la capacità critica, il contatto con la realtà, donando loro gli strumenti per processare il passato, fare esperienza del presente, immaginare il futuro. Le specificità singolari sono valorizzate da un percorso che fa dei detenuti autori dell’opera e non soltanto esecutori, in modo da restituire alla diversità che caratterizza ogni individuo, speciale e necessaria alla comunità, la ricchezza che ne fa presupposto di dignità.
Il laboratorio si tiene dal 23 al 25 giugno.