Favola in forma di Concerto
REGIA ANTONIO CARLUCCIO E ALDO PERRIS
AUTORI DEL PROGETTO ANTONIO CARLUCCIO, LUIGI CARBONE, GIOVANNI IMPARATO E ALDO PERRIS
REGISTI ANTONIO CARLUCCIO E ALDO PERRIS
CON PICCOLA ORCHESTRA NEACO’ GIOVANNI IMPARATO (PERCUSSIONI E VOCE) ALDO PERRIS (BASSO E VOCE) LUIGI CARBONE (TASTIERE, VOCE E VOCE NARRANTE) ANTONIO CARLUCCIO (CHITARRA E VOCE) MATS ERIC HEDBERG (CHITARRA BEN TEMPERATA, E-BOW E VOCE) DAVIDE GROTTELLI (FLAUTO DOLCE, FLAUTO TRAVERSO, CLARINETTO, SAX SOPRANO E SAX TENORE) ANNA RITA DI PACE (VIOLINO E VOCE)
30 giugno 2019 ore 21.00
durata 2 ore e 30 min
Duomo di Amalfi
INGRESSO LIBERO
Questa favola in forma di concerto, che nasce dell’intuizione di Antonio Carluccio, Luigi Carbone, Giovanni Imparato e Aldo Perris, è la narrazione di un viaggio compiuto da un percussionista napoletano, il quale abbandona la sua città e la sua famiglia, girando il mondo allo scopo di spegnere i demoni della sua irrequietezza. Nel suo viaggio, egli porta un frammento della sua Napoli, contaminandolo con gli stili musicali di ogni paese che visita. La storia comincia quando il figlio riceve il diario di viaggio di suo padre e, attraverso quegli scritti, impara a conoscerlo e pian piano impara anche a conoscere il mondo. Alla fine del viaggio (e del diario), il padre lascia un messaggio a quel figlio che non ha visto crescere. Gli parla di una Napoli cercata da lui in tutto il mondo e della scoperta che tutto il mondo era già a Napoli. Lo spettacolo si configura come un messaggio di apertura al nuovo e un invito globale all’inclusività. Le pagine del diario parafrasano le canzoni più famose della nostra tradizione, perfettamente fuse con i brani o i generi più significativi dei vari luoghi attraversati nel corso del viaggio. Ciò che rende unica questa forma di spettacolo è che il progetto musicale non è una semplice favola in musica, né un esercizio unilaterale di stile della canzone napoletana, ma si tratta di una totale contaminazione della canzone napoletana con tutti i generi del mondo. Vi si trova ‘A tazza ‘e cafè in versione reggae, Indifferentemente diventa un tango, ‘O sarracino rimodulato come un funky, Dicitencello vuje viene presentato come una salsa, Te voglio bene assaje diventa invece un pezzo jazz e Lo guarracino si fa rap.