PRIMO AMORE: DI SAMUEL BECKETT
CON SERGIO LONGOBARDI
REGIA COSTANTINO RAIMONDI
ASSISTENTE ALLA REGIA ANNALISA ARBOLINO
SPAZIO SCENICO MEDIAINTEGRATI
CREAZIONE LUCI GAETANO BATTISTA
COSTUMI TATA BARBALATO
ORGANIZZAZIONE ANTONIO NARDELLI
DIRITTI DI AUTORE AGENZIA TEATRALE D’ARBORIO
PRODUZIONE TEEN’S PARK E NUOVO TEATRO SANITÀ
ATTO SENZA PAROLE 1: DI SAMUEL BECKETT
INTERPRETATO E DIRETTO DA COSTANTINO RAIMONDI
ASSISTENTE ALLA REGIA ANNALISA ARBOLINO
SPAZIO SCENICO MEDIAINTEGRATI
CREAZIONE LUCI GAETANO BATTISTA
COSTUMI TATA BARBALATO
ORGANIZZAZIONE ANTONIO NARDELLI
DIRITTI DI AUTORE AGENZIA TEATRALE D’ARBORIO
PRODUZIONE TEEN’S PARK E NUOVO TEATRO SANITÀ
ATTO SENZA PAROLE 2: DI SAMUEL BECKETT
CON COSTANTINO RAIMONDI E SERGIO LONGOBARDI
REGIA COSTANTINO RAIMONDI
ASSISTENTE ALLA REGIA ANNALISA ARBOLINO
SCENOGRAFIA MEDIAINTEGRATI
CREAZIONE LUCI GAETANO BATTISTA
COSTUMI TATA BARBALATO
ORGANIZZAZIONE ANTONIO NARDELLI
DIRITTI DI AUTORE AGENZIA TEATRALE D’ARBORIO
PRODUZIONE TEEN’S PARK E NUOVO TEATRO SANITÀ

18 giugno 2019 ore 21.00
durata 1 ora e 20 min
Napoli
Cortile delle carrozze di Palazzo Reale

Costantino Raimondi, artista formatosi al Teatro Bardafe’ e all’Ecole Internationale de Mimodrame di Parigi con Marcel Marceau, porta in scena tre testi di Samuel Beckett, affidando al movimento fisico la necessità di ridare senso e poesia al mondo descritto dal drammaturgo irlandese. Si parte con Primo amore, scritto nel 1946 e rimasto inedito per venticinque anni. Il protagonista è un clochard, che racconta della tomba del padre, del cimitero dove riposa e dell’innamoramento per Lulu. L’opera è un viaggio-ricordo pieno di umorismo disincantato
e di avversioni oniriche, che lascia spazio a interventi diretti e imprevisti. La mancanza di azione è movimento. Segue la messinscena di Atto senza parole 1, pièce dove il protagonista tenta ironicamente il suicidio in un spazio neutro, non riuscendoci e sfiorando il tragicomico. L’azione corporea qui rende visibile, l’invisibile. In Atto senza parole 2, i personaggi A e B sono simili ma opposti: pigro il primo, scrupoloso il secondo. Chiusi entrambi dentro due sacchi ripetono gesti del quotidiano. «Il mio linguaggio parte dal corpo — spiega Raimondi —, mezzo che esprime attraverso il gesto, il pensiero e le emozioni, un immaginario collettivo, teatrale e contemporaneo. Lo scopo è recuperare la risonanza lirica attraverso il silenzio, per dare all’interprete voce, peso e densità, con un teatro di maschera e carne, pragmatico e non psicologico».