ph Salvatore Pastore
DI GIOVANNI TESTORI
REGIA CARLO CERCIELLO
CON IMMA VILLA
SCENE ROBERTO CREA
COSTUMI DANIELA CIANCIO
MUSICHE ORIGINALI PAOLO COLETTA
DISEGNO LUCI CESARE ACCETTA
SOUND DESIGN EMIL COTTINO, EROS DALLA BARBA
TRUCCO VINCENZO CUCCHIARA
AIUTO REGIA ANIELLO MALLARDO
ASSISTENTE SCENOGRAFO MICHELE GIGI
ASSISTENTE ALLA REGIA ELISA BUTTÀ
ASSISTENTI VOLONTARI GAETANO BALZANO, MARINA BELLUCCI
DIRETTORE TECNICO ANDREA IACOPINO
ASSISTENTE TECNICO SIMONE DI MEGLIO
SCENOGRAFIA FRATELLI GIUSTINIANI
SARTORIA SORELLE SCIOTTI
ACCONCIATURE WERONIQUE ART
ACCESSORI PAOLO GAMBARDELLA
LA POESIA NEL TUO SANGUE DI GIOVANNI TESTORI È INTERPRETATA DA CARLO CERCIELLO
PRODUZIONE ELLEDIEFFE, TEATRO ELICANTROPO
prima assoluta
14 giugno 2019 ore 21.00
15 giugno 2019 ore 19.00
16 giugno 2019 ore 21.00
+ 2 prove aperte: 12 e 13 giugno ore 19.00 (costo € 5)
durata 1 ora e 10 min
Napoli
Teatro Elicantropo
Dopo i numerosi e positivi riscontri di critica e di pubblico, Carlo Cerciello prosegue il suo percorso dedicato alla drammaturgia contemporanea e affronta per la prima volta Giovanni Testori, poeta e scrittore tra i più autorevoli intellettuali italiani del Novecento, che in questo monologo del 1968 si ispira alla Salomè di Oscar Wilde.
Immersa in una sorta di delirio, Erodiade rievoca la vicenda che, all’origine di un insostenibile tormento interiore, l’ha quasi condotta alla pazzia: la sua passione frustrata per il Battista, l’idea di far danzare la figlia Salomè per Erode e di farle esigere in cambio la testa del santo, il pentimento e infine l’attesa di una risposta che le indichi una strada di salvezza.
Ad interpretarlo sarà Imma Villa, attrice di solide capacità, che avrà il compito di declinare tutte le complesse sfumature della lingua poetica testoriana e restituire in scena le immagini oniriche che essa suggerisce.
«Testori attraverso Erodiade, tenta di dire l’indicibile – scrive il regista nelle sue note – l’indicibile conflitto tra umanità e divinità, tra religiosità e religione, tra desiderio e peccato, nonché il conflitto tra rappresentabilità e irrappresentabilità stessa del teatro, tra forma drammatica e forma poetica. Erodiade è solo un pretesto, lo sa persino la stessa attrice che accetta di interpretarne il ruolo, nel disperato tentativo di ribellarsi all’ideologia del nulla impostale, come donna da Dio e come personaggio dalla logica dell’autore, ma ciò facendo, il suo destino non potrà che essere: l’ombra, l’umana bestemmia, l’inesistenza, la cenere, il niente».