dal romanzo di Raffaele La Capria
durata: 1h | Paese: Italia | Lingue: italiano
Bagno Sirena – 06/07/2011, 20:30 – 07/07/2011, 20:30
regia di Claudio Di Palma
produzione Napoli Teatro Festival Italia
in coproduzione con Teatro Stabile di Napoli, Vesuvioteatro
in collaborazione con 32a edizione del festival “Benevento Città Spettacolo”
Palazzo Donn’Anna, costruito com’è su un costone di tufo che pare galleggi sull’ac- qua, è indubbiamente uno dei luoghi più suggestivi di Napoli. È qui che Raffaele La Capria ha ambientato Ferito a morte, con cui cinquant’anni fa vinse il Premio Strega. E sarà proprio al cospetto del «palazzo che naviga nel mare» che la voce intensa di Mariano Rigillo e la partitura musicale di Paolo Vivaldi, con la regia di Claudio Di Palma, faranno rivivere la suggestione delle pagine di Raffaele La Capria. Soprattutto quelle del romanzo La neve del Vesuvio che, benché pubblicato negli anni Ottanta, può essere considerato il preludio di Ferito a morte.
Qui La Capria aveva impietosamente disegnato il ritratto della borghesia della Napoli postbellica: ne è l’emblema, Massimo De Luca, dopo una giovinezza spensierata trascorsa tra battute di pesca e incontri al circolo nautico, circondato da un’umanità calda ma dalle prospettive troppo limitate, si ritrova a fare i conti con l’amarezza per la doppia perdita della donna e della città che ha amato e che rappresentano ormai solo un’irrimediabile «occasione mancata».
La neve del Vesuvio è il sapore dell’infanzia, con la sua stupita percezione del mondo. Ma è anche il racconto di una totalità intensamente vissuta con la complicità di quello specchio d’acqua che bagna Posillipo, in cui l’energia positiva di una bella giornata era intrisa del colore e del profumo del mare. È, insomma, il romanzo della fanciullezza: il mondo di Tonino, il protagonista, è tutto un susseguirsi di sensazioni ed emozioni che lo scrittore registra con una prosa asciutta e rotonda, conforme alla sua poetica volta a «trovare parole simili a questi sassi, precise e in sé concluse».
Da qui lo spettacolo: niente di meglio, che calare il pubblico nel contesto della narrazione, sulla spiaggia lambita dallo stesso mare su cui si erge Palazzo Donn’Anna. Il caldo timbro partenopeo della voce di Mariano Rigillo, che si confonde nella risacca e si intreccia con la musica, scandisce il malinconico passaggio da una infanzia nutrita di sole a una vita adulta priva di orizzonti.