coreografia e regia Ea Sola

durata: 1h 15m | Paese: Francia, Inghilterra, Italia, Vietnam | Lingue: spettac. senza uso di parole
Teatro San Ferdinando – 27/06/2011, 20:30 – 28/06/2011, 20:30

coproduzione Napoli Teatro Festival Italia, Edinburgh International Festival, Sadler’s Wells Theatre, Compagnie Ea Sola
in associazione con Scène nationale de Sénart

Coreografa di fama internazionale, Ea Sola porta al Napoli Teatro Festival Italia una nuova versione del suo celebre Sécheresse et Pluie (Siccità e Pioggia). Artista franco-vietnamita, ha lavorato, fin dai primi anni Ottanta, sul tema della memoria del corpo. Dopo cinque anni di ricerche, nel 1995 ha presentato sécheresse et Pluie, un lavoro sulla memoria della guerra in Vietnam. Le 14 danzatrici non professioniste erano donne di età compresa tra i 55 e gli 80 anni che durante la guerra avevano dovuto imbracciare il fucile per entrare nella resistenza. Queste donne, provenienti dalla provincia di Thai Binh, conoscevano solo una danza, quella del loro paese, ma nella coreografia, hanno lavorato su gesti “ancestrali” di matrice universale.
Per la nuova versione di sécheresse et Pluie che sarà presentata in prima assoluta a Napoli, la coreografa ha coinvolto altre donne vietnamite: donne che durante la guerra non hanno combattuto, ma che, al fronte, hanno consolato i soldati con il loro canto. La loro arma era la voce. È così che l’interesse di Ea Sola, sviluppatosi a partire dalla “memoria di guerra”, giunge alla “memoria del mondo”: «I miei lavori sulla “memoria di guerra”, dal 1991 al 1995, possono essere considerati come le premesse di una serie di performance – drammaturgiche e visive –, a cui ho dato vita tra il 1996 e il 2010, per raggiungere, appunto, un’altra memoria».
E se nella prima versione la coreografa cercava di comprendere le ragioni della guerra – di qualsiasi guerra –, ora l’attenzione si sposta sul rapporto tra uomo e natura. Protagonisti della drammaturgia sono, infatti, il Sole e la Pioggia che, deliziandosi del loro potere, bruciano e inondano la terra, una terra abitata dall’Anonimo che attraversa i campi, cantando il proprio dolore. Udendo il suo lamento, il Sole e la Pioggia comprendono l’ingiustizia che provocano e decidono, per far cessare questo caos, di creare le stagioni. «Il Sole, la Pioggia e l’Anonimo, con il loro canto, formano questa storia, che si sviluppa a partire da un coro diviso tra l’orchestra e le interpreti del dramma». Ne emerge una profonda e intensa contaminazione tra tradizione e contemporaneità, tra memoria del passato e sguardo verso il futuro.