a cura di Paolo Isotta
Cappella Pignatelli
25, 26, 27 e 28 giugno ore 19.00
durata 1 ora e 30 min
Il servizio di prenotazione per le lezioni di Paolo Isotta è gestito direttamente dall’Università Suor Orsola Benincasa. Si può scrivere una mail indicando il giorno in cui si vorrebbe essere presenti all’indirizzo att.culturali@unisob.na.it
Lo storico della musica Paolo Isotta propone per il Napoli Teatro Festival Italia un ciclo di lectiones magistrales in quattro serate: Rossini, 1868 – 2018. Lineamenti del genio (25 giugno, ore 19.00), Alessandro Scarlatti, il padre della musica classica (26 giugno, ore 19.00), Gli eredi diretti: Domenico Scarlatti, Pergolesi, Leo (27 giugno, ore 19.00), Dioniso, l’origine del teatro, Dioniso a Napoli, Piedigrotta (28 giugno, ore 19.00).
«La Scuola Napoletana si erge nel Settecento non solo per sommità di valore artistico. Alessandro Scarlatti, panormita, ne è il capostipite; ma il suo più grande studioso, Edward Dent, già all’inizio del Novecento, dettò la sentenza memorabile: “Scarlatti non è il fondatore della Scuola Napoletana, è il Padre della Musica Classica.” Infatti egli, dopo esser stato, insieme con Bach e Haendel ma prima di loro, il culmine del Medio e del Tardo Barocco, fonda in senso stilistico ed estetico il Classico. Senza di lui non vi sarebbero Haydn e Mozart. I suoi seguaci Leo, Porpora e Pergolesi asseverano il cambio epocale, che viene compito in Europa da Domenico Scarlatti, Bach e Haendel. Ma 2018 è anche il centocinquantenario della morte di Rossini. Il sommo Maestro non fa parte della Scuola Napoletana, ma il nucleo principale della sua opera è stato scritto a Napoli e per Napoli, ove soggiornò dal 1815 al 1822, guidando il San Carlo. Quindi egli rappresenta una delle più grandi glorie musicali napoletane. Non è stato fatto niente, a Napoli, per celebrare il centocinquantenario! Quindi aprire le lezioni sulla Scuola Napoletana con un ritratto di Rossini, rimeditato alla luce della Storia da parte di chi, già nel 1974, pubblico il primo libro dedicato alla creazione tragica del Cigno di Pesaro, è doveroso». Paolo Isotta