Ph Sabrina Cirillo per Cubo Creativity Design

con Raffaello Converso
elaborazioni ed orchestrazioni Roberto De Simone
direttore d’orchestra Luigi Grima
produzione Ass. Cult. Proscenio

Duomo di Salerno
7 luglio 2018 ore 21.30
durata 1 ora e 15 min

L’ Armonia Sperduta è il concerto/spettacolo sulla canzone napoletana, messo in opera dalla collaborazione fra il Maestro Roberto De Simone e il cantante Raffaello Converso.
I vari brani sono accomunati da una profonda attenzione agli stili vocali e strumentali che connotavano il secolare genere musicale, nella identità degli autentici rappresentanti dello stesso: vale a dire i tradizionali Aedi popolari. Si tratta di un ideale e progressivo percorso stilistico che, sorvolando sui prodotti relativi alla musica leggera, conduce alle più innovative contaminazioni linguistiche dei trascorsi anni ‘70.
«Da considerazioni e confronti condotti sul vasto panorama della Canzone napoletana, – scrive Roberto De Simone – desumiamo che esso non può riferirsi esclusivamente a poeti e musicisti che hanno agito produttivamente a Napoli nell’arco storico di circa un secolo. I documenti stampati della ingente mole di composizioni musicali, difatti, sottintendono una oralità esecutiva che preesisteva alla Canzone stessa e che ne ha consentito la popolarità.
Mi riferisco a quelle prassi vocalistiche che nei secoli distinguevano a Napoli il canto popolareggiante la cui struttura, spaziando in ambiti melodici ben più ampi del canto etnico e agendo in tessiture vocali diverse, aveva determinato una caratterizzazione identificativa mediante una ricchezza esecutiva di fioriture, di emissioni strisciate, di appoggi sillabici, di contaminazioni, di fratture verbali e una libertà ritmica, indipendente dai valori mensurali dell’indicazione scritta o dell’andamento regolare del brano.
Nei cantatori detti posteggiatori il rapporto tra stile e prodotto letterario musicale, appariva talvolta contraddittorio ma più che mai evidente.
L’accompagnamento armonico era determinato dalla sensibilità di chitarristi a braccio che, senza tener conto del rispetto rigoroso della battuta, producevano appoggi desunti dal bagaglio delle loro esperienze, ed essenziali al fraseggio libero dei cantatori.
Il complessivo prodotto esecutivo mostrava esiti di totale appartenenza a una collettività ben distinta ed espressivamente inequivocabile.
…La contaminazione storica, che pur connota la più autentica tradizione nostrana, è stata la mia principale meta, sorvolando sulla banale veste strumentale di armonia scolastica.
In sottotraccia mi son sempre riferito ad ardite associazioni mentali, relative alla storia e allo straniamento musicale con cui agivano i veraci esecutori ricchi di memoria orale».