ideazione, drammaturgia e regia Davide Iodice
spazio scenico, maschere e pupazzi Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
produzione Teatri Associati di Napoli
direttore di produzione Hilenia De Falco
assistente di produzione Emanuele Sacchetti
produzione esecutiva Interno5
collaborazione Accademia di Belle Arti, Napoli – scuola elementare del teatro|conservatorio popolare per le arti della scena
ideato e diretto da Davide Iodice
Edizione 2018
«La Luna rappresenta la terza ideale tappa di una ricerca (antropologica nel metodo ma poetica nell’indirizzo), sulla crisi del contemporaneo, iniziata con La Fabbrica dei Sogni e proseguita con Un giorno tutto questo sarà tuo. Materia di indagine dopo sogno e eredità spirituale sarà ora lo scarto, il rifiuto, nella sua accezione simbolica, affettiva, emotiva, poetica: ciò di cui ci si vuole liberare, o che si è “messo da parte” e, estendendo il senso, il rifiuto agito e subito. Mi propongo in altre parole di rovistare nell’immondo “psicologico” di una comunità per ricavarne una idea di mondo, di società, un senso perduto, identitario, pubblico, se non già quel senno che Astolfo cerca appunto sulla Luna “dove si raduna ciò che sulla terra va smarrito”. L’ambito della ricerca espressiva sarà quindi la Pòlis, la comunità cittadina, indagata in modo diverso e chiamata ad essere ‘drammaturga’ del processo creativo con differenti modalità.
Attraverso l’attivazione di differenti canali di comunicazione, si inviteranno i cittadini a portare i loro “rifiuti” in un luogo, che si configurerà mano a mano come una sorta di “discarica lirica”, insieme magazzino d’umanità e Wunderkammer. Qui, nei giorni di raccolta, verrà filmata questa consegna con le narrazioni che la accompagneranno, sia per la costruzione drammaturgica dell’opera che per una memoria documentaria dell’intero processo.
Parallelamente verrà condotta una ricerca mirata, una sorta di “raccolta porta a porta”, sollecitando individualità ed esperienze variamente rappresentative della città: scrittori, artisti visivi, poeti, teatranti, politici, operatori sociali, uomini di religione. L’indagine toccherà ancora una volta alcune realtà del disagio: dormitorio pubblico, strutture psichiatriche, gruppi di lavoro con minori a rischio, sportello immigrati e comunità Rom.
L’idea è quella di allestire uno spazio praticabile durante tutta la durata del progetto (dall’8 giugno al 10 luglio presso l’Accademia di Belle Arti), un “magazzino” che si riempia di oggetti e testimonianze di una intera città.
Lo spettacolo che si originerà da questo processo di “drammaturgia vivente” e che qui metterà insieme cittadini e attori/performers, questa volta chiamati a “infettarsi”, a fare da “monatti” nel “pattume” cittadino tentandone una trasformazione espressiva, ha tra le fonti d’ispirazione e di studio oltre al viaggio di Astolfo sulla Luna, le utopie dell’Arcadia, della Nuova Atlantide e della Città del Sole, gli immondezzai metropolitani di Paul Auster, il pensiero di Baumann e di Augè, le visioni di Pasolini, di Calvino e di Borges».
La raccolta dei rifiuti verrà effettuata a partire dal 7 giugno fino al 27 giugno, tutti i giovedì dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00, presso l’Aula 203 dell’Accademia di Belle Arti.