la terra divorata
creazione e interpretazione Gilles Coullet 
collaborazione artistica France Attigui 
montaggio sonoro e voce off Gilles Coullet 
produzione compagnia Le Corps Sauvage 

Sala Assoli
19 giugno 2018 ore 20.00
durata 1 ora

Arricchito del linguaggio dei segni e di miti amerindiani, il teatro fisico di Gilles Coullet viaggia attraverso il sorriso, l’ironia e la violenza delle nostre vite.
«Un inno alla vita e al rispetto di tutti gli esseri viventi puntellato dalle parole del capo amerindiano Seattle; una antologia poetica dove si intrecciano gli animali, i quattro elementi, l’uomo di ieri e il mondo contemporaneo.
Questo spettacolo interroga il rapporto tra l’uomo e la natura, è una riflessione, o meglio un ascolto degli avi, come il Grande Capo Amerindiano Seattle, uno sguardo sui popoli che vivevano nel rispetto degli stessi elementi che permettevano loro di respirare, mangiare, amare…
Wakan-la terra divorata è un inno alla nostra memoria ancestrale.
Attraverso il lavoro del corpo e il movimento, lo spettacolo vuole trasmettere al pubblico l’intimo legame che abbiamo con il mondo, vuole mettere in evidenza l’interdipendenza tra l’uomo e l’ambiente in cui vive; vuole scrivere sulla carne – o vuole ricordare alla nostra carne, il rispetto di tutte le forme viventi.
Il filo conduttore dello spettacolo è basato su un discorso del Grande Capo Amerindiano Seattle indirizzato al Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1854. Quale che sia l’autenticità di questo discorso, questo testo ricco di saggezza, di sapienza, di collera e di ironia è una requisitoria contro la distruzione della natura da parte dell’essere umano.
Il discorso del Capo Seattle mette in discussione il nostro rapporto con gli elementi naturali e il loro consumo da parte nostra, si interroga sull’avvenire delle generazioni future, un’epoca in cui tutti viene gettato via e la durata della vita è programmata, un’epoca in cui tutto può essere comprato ma nulla è destinato a durare. Questo discorso rappresenta anche un omaggio a colui che ha vissuto e vive in accordo con gli elementi o che cerca di ritrovare i suoi valori.
Si tratta di un testo molto forte poiché richiama il concetto di equilibrio, fondamento del pensiero amerindiano e di altre culture. È la lezione che abbiamo dimenticato: trovare equilibrio tra ciò che si prende e ciò che si dà. Una lezione ricca per un lavoro fisico, poiché le nozioni di equilibrio e di squilibrio ne sono la fonte costante».