Ph Sabrina Cirillo per Cubo Creativity Design
con Ginestra Paladino
progetto a cura di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
parole di Fabrizio Sinisi
musiche originali Carlo Boccadoro
scene e costumi Erika Carretta
regia Francesco Frongia
produzione Teatro Filodrammatici di Milano
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
Teatro Nuovo
15 giugno 2018 ore 21.30
16 giugno 2018 ore 19.00
17 giugno 2018 ore 21.30
durata 1 ora
«Dora Maar ha attraversato tutto il ‘900 e nella prima metà della sua vita è stata sempre vicina al cuore della Parigi artistica e culturale dell’epoca, in quel momento magico e irripetibile in cui la città era il centro del mondo. La sua carriera fotografica fu breve, ma intensa: si colloca fra il 1931 e il 1937, anno in cui, spinta da Picasso, abbandonò la fotografia per la pittura, dopo aver testimoniato con una serie di storici scatti, la creazione di Guernica. Al momento dell’incontro con Pablo, Dora è una donna realizzata, dalla bellezza fiammeggiante. Picasso la vede per la prima volta in un ristorante mentre gioca con un affilato coltello e conserverà per tutta la vita il suo guanto di pizzo nero sporco di sangue, reliquia del loro colpo di fulmine. Dora era stata l’amante di Bataille, amica di Eluard, di Prévert, di Bunuel.
Cinque anni dopo, alla fine della sua relazione con Picasso, che la lascia per la più giovane Francoise Gilot, Dora è una donna spezzata, che si aggira nuda nell’androne di casa sua, in preda a una crisi psicotica. Fu soccorsa, curata e accudita da Jacques Lacan e da sua moglie Sylvia Bataille e trovò due strade per superare l’abbandono: la pittura e la religione. Dopo un breve periodo “mondano”, Dora Maar poco a poco si chiuse in un’esistenza fatta di meditazione, di preghiera e di solitudine, una clausura misteriosa che durò quasi cinquant’anni e in cui nessuno fu mai ammesso. Sono queste tre immagini di donna così lontane fra loro che ci hanno affascinato, incuriosito e appassionato. Dora Maar raggiante musa dei surrealisti, la donna che gioca coi coltelli, Dora Maar, la donna che piange nei ritratti di Picasso, annientata da un amore assoluto, Dora Maar la reclusa, la mistica piegata nel corpo dall’artrosi, ma sempre più raffinata nello spirito. Ginestra Paladino ha lanciato una provocazione che abbiamo raccolto con gioia, coinvolgendo per la scrittura del testo Fabrizio Sinisi, che ci è sembrato avere il tocco e il linguaggio perfetti per costruire questo trittico: tre facce, tre maschere, tre stazioni di un percorso esistenziale unico, lontani da qualsiasi tentazione di biopic, più vicini all’idea di una sorta di melologo in cui la musica di Carlo Boccadoro – un musicista che ha l’esperienza teatrale e la versatilità per “dipingere” questi ritratti musicali – accompagna la voce di Dora, immersa nel flusso di immagini che creeremo per lei, attraverso le tre tappe della sua lunga vita».