Mare, onde, sole. Non riSuona proprio tutto ciò in quel di Salerno. Abbastanza lontano dai concetti, la Location è un Oratorio della Chiesa di Sant’Eustachio della medesima città.
Elena Bucci, attrice e regista di fama nazionale, lavora sul naufragio come perdita e ritrovamento. Rinnovamento. Dieci giorni di Prove libere – dal 22 Giugno al 1 Luglio – per dar vigore a un Esperimento indirizzato ad allievi e professionisti del settore. Un Laboratorio d’Autore per misurarsi con una produzione drammaturgica ardua. Il 2 Luglio, più che uno Spettacolo, una Poesia in Musica.
Ventisei sedie poste al centro della scena, leggermente illuminate. Ventisei attori tra uomini e donne. Costumi fantasiosi: tocchi di mare, di fiori, di atmosfere e colori caraibici. Stelle di carta hand-made piovono dal soffitto e, se non fosse per qualche leggero gioco di luce che le porta riflesse sul fondo, la scelta – di produrle e/o di lasciarle penzoloni – si dimostrerebbe poco elegante.
Il tema del Mare ispira. È in grado di rievocare capolavori storici: l’Odissea di Omero, antiche memorie orali e libere suggestioni. Il comune denominatore è il rinnovamento: confrontarsi con il sé ideale, con le altre culture e con gli altri linguaggi.
Così la Bucci: «Viaggi e traversate che hanno portato alla scoperta di terre, hanno dato il via a deportazioni di schiavi, a speranze e a guerre; hanno innescato migrazioni, come hanno sperimentato in passato i Nostri avi e stiamo sperimentando al presente di fronte ai tragici esiti delle traversate da parte di chi spera di trovare in Europa diritti, libertà, sopravvivenza».
E il ricordo vola a loro. Spesso in un mare di lacrime. Si riaccendono dinanzi ai Nostri occhi anche le immagini delle tragedie d’immigrazione. Si ribaltano mete, affondano speranze: come i ventisei attori in scena, in cerca, anche, di un futuro migliore. Di un(’)America salvifica.
A bordo di una zattera traballante della memoria – storica e umana – si canta, si declama, si urla. Si rema. E si corre anche: «l’attore è l’atleta del cuore». Una visione nuova, a tratti un po’ convulsa. Ma molto originale. Si denota la maestria della Regista: metafore, movimenti scenici e giochi di musica. Salsedine e brezza marina riescono ad avvolgere lo Spettatore attento.
Michele Carucci