a cura di Eimuntas Nekrosius
Il laboratorio è a titolo gratuito e sarà svolto in lingua italiana

Teatro Trianon Viviani
Dal 14 al 23 giugno 2017

Prova aperta al pubblico 24, 25 giugno 2017
ore 21.00
durata 1h e 30min
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Non sono ammesse prenotazioni. Il biglietto di accesso si può ritirare al botteghino la sera stessa dell’evento, a partire da due ore prima dell’inizio.

Il regista lituano Eimuntas Nekrosius cura un laboratorio destinato ad attori professionisti di età compresa tra i 23 e i 36 anni, scegliendo di lavorare sulla giornalista e scrittrice Svetlana Aleksievic, premio Nobel della Letteratura 2015, nello specifico sui testi Preghiera per Cernobyl, Ragazzi di zinco e Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo.

Svetlana Aleksievic, di origine bielorussa, è considerata una delle maggiori autrici e reporter contemporanee. Le sue opere sono state tradotte in più di quaranta lingue. Il regista lituano Eimuntas Nekrosius lavorerà con gli allievi del suo laboratorio sui libri di denuncia della scrittrice, che ha raccontato l’Unione Sovietica, la guerra in Afghanistan, Chernobyl e le vittime del disastro nucleare. Nella sua letteratura Aleksievic ha narrato l’incantamento e la disillusione, parlato delle vittime e dei carnefici, raccontato attraverso un coro di voci illusioni e disillusioni di un’epoca. Per anni Aleksievic è stata costretta a vivere in esilio a Parigi a causa delle sue idee fortemente critiche verso il regime dittatoriale in Bielorussia.

In Preghiera per Cernobyl (2004) la scrittrice ha dato voce in decine di interviste a quel “popolo di Chernobyl” fatto di persone, professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi; donne, uomini, bambini e soldati, contadini e intellettuali, credenti e non, colpiti dalla tragedia nucleare. Il libro è stato premiato dal prestigioso U.S. National Book Critics Circle Notification Award.

In Ragazzi di zinco (2015) la giornalista narra, invece, la guerra russa in Afghanistan tra il 1979 e il 1989 vista con gli occhi dei reduci sovietici e delle madri dei caduti. Un milione di ragazzi e ragazze partiti per sostenere la grande causa internazionalista e patriottica. Quattordicimila di loro sono stati rimpatriati in casse di zinco e sepolti di nascosto; cinquantamila feriti e mezzo milione di vittime afgane, distrutti da torture, droga, atrocità e malattie. Soprattutto la Aleksievic descrive i ritratti delle madri, dolenti, impietose, stanche e coraggiose.

Il libro Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (2013) costituisce il coronamento ideale di un lavoro di trent’anni: decine di protagonisti raccontano la svolta epocale tuttora in atto; contadini, operai, studenti, intellettuali, funzionari statali, ma anche misconosciuti eroi sovietici che non sanno rassegnarsi al tramonto degli ideali e alle mediocri servitù di un’esistenza. Un sistema che, rispettando solo successo e denaro, esclude i deboli e gli ultimi. E’ uno spaccato della tramontata “civiltà sovietica”, quasi un’enciclopedia dei sogni dell’ “uomo rosso”, raccontata da una scrittrice che ha il dono di penetrare l’anima di coloro che hanno vissuto quell’epoca e stentano oggi ad adattarsi a “un tempo di seconda mano”.