di Angelo Colosimo
regia Roberto Turchetta
produzione Wobinda
Palazzo Reale – Cortile delle carrozze
1 luglio 2017
ore 22.00
durata 1h e 5min
Angelo Colosimo torna a lavorare sull’archetipo letterario della famiglia con un’accezione allargata alle dinamiche n’dranghetistiche. Una famiglia nella famiglia si riunisce nel ventre di una campagna per uccidere un maiale. È una ritualità dovuta e necessaria, legata alla tradizione più arcaica e contadina, ferina e ancestrale. L’uccisione di un pùarcu serve a sfamare bocche fameliche e a dare sostentamento.
Con uno spostamento di significato, l’immagine rappresenta l’idea della gestione del potere basata su tentacoli parentali, dove tutti hanno ruoli da rispettare e che anela a tenere le cose sempre uguali. La vendetta è l’unico spiraglio di cambiamento. Le regole sono chiare: chi sbaglia paga. Ma anche chi non sbaglia non è immune da colpe.
«Il mito fratricida di Atreo – racconta Roberto Turchetta – in questo testo viene rivisitato, dipinto e manipolato ad arte. Il mito che si intreccia fortemente con la vendetta familiare, “sangue chiama sangue”, viene portato alle estreme conseguenze nella sua ripercussione sui discendenti, in una dimensione tragica, in cui ogni colpa deve essere espiata in base ad una legge universale del cosmo».
Simu e Pùarcu chiude un cerchio: è il terzo monologo di una trilogia che racconta la famiglia e l’infanzia nelle sfaccettature più atroci e agghiaccianti.