da Ignazio Buttitta
nel ventesimo anniversario della morte
con Giovanni Moschella, Marina Sorrenti, Ilenia Maccarrone, Gilda Buttà (pianoforte), Gianluca Scorziello (percussioni)
adattamento drammaturgico e regia Giovanni Moschella e Marina Sorrenti
musiche originali Marco Betta e Gilda Buttà
azioni coreografiche Adriana Borriello
disegno luci Giovanna Venzi
suono Massimo D’Avanzo
produzione Associazione Culturale “Il Volo”
Palazzo Cellamare
4 luglio 2017, ore 21.00
5 luglio 2017, ore 21.00
durata 1h e 15min
Ignazio Buttitta, il poeta di Bagheria, racconta l’amore, che per molti siciliani è un codice di relazione. «Ci sono artisti – afferma Giovanni Moschella – che conservano, anche dopo la loro scomparsa, quella capacità del vivificare le sensazioni più nascoste, gli echi ancestrali, la radice che accomuna i figli di una terra magnifica e dannata. La forza primitiva di quella ispirazione diventa, così, un passaporto, un salvacondotto, un marchio a fuoco per generazioni di esuli».
Moschella e Sorrenti scelgono, quindi, di rendere omaggio al poeta in occasione del ventennale della scomparsa: «La necessità contemporanea della messinscena è una sfida. In questi anni che hanno condannato intere generazioni alla miseria e al tramonto dei diritti umani (…), l’uomo a cui si rivolge Buttitta rappresenta quella umanità presa in considerazione solo per definirne la contabilità. Il pianto è pari alla distrazione dell’ipocrisia della borghesia conservatrice. I versi di oggi sono i sonetti dei bambini morti sulle spiagge, i loro occhi spauriti sulle ambulanze. Lontane da noi perché solo immagini o per una mediocre autodifesa dei nostri privilegi? Questo permette, ancora oggi, a Buttitta di urlare: “Parru cu tia! To’ è la curpa”».