SPETTACOLO-CONCERTO DA/PERFORMANCE-CONCERT ON EURIPIDE
TESTO E REGIA/WRITTEN AND DIRECTED BY EMMA DANTE
CON/WITH ELENA BORGOGNI, CARMINE MARINGOLA, SALVATORE D’ONOFRIO, SANDRO MARIA CAMPAGNA, ROBERTO GALBO, DAVIDE CELONA
MUSICHE E CANTI/MUSIC AND SONGS FRATELLI MANCUSO
LUCI/LIGHT DESIGN MARCELLO D’AGOSTINO
PRODUZIONE/PRODUCTION COMPAGNIA SUD COSTA OCCIDENTALE/PALERMO
date/dates 10, 11 luglio/july h 21.00
luogo/venue teatro bellini
durata/running time 1h 10min
lingua/language italiano/italian
paese/country italia/italy
in regione/in campania
12, 13 luglio/july h 21.30 villa d’ayala – valva (sa)
Emma Dante affronta il personaggio classico di Medea, nella riscrittura da Euripide, e sceglie di farle compiere un viaggio che è “un’opera d’amore”. La chiave è il “viaggio verso Medea” come se lei fosse un paese straniero e la sua storia, la sua appartenenza a un gruppo familiare, di classe, nazione o religione limitassero la sua presunta libertà.
«Perché Medea – leggiamo nelle note di regia – si sente straniera ovunque. È una barbara che non riconosce altra autorità se non quella del proprio istinto. Si attacca disperatamente al concetto di libertà e sceglie la sua colpa e il suo destino, spinta da pulsioni primitive. È la sua storia che lo esige».
Il viaggio è come un rituale, inquadrato in uno spazio scenico scuro e nudo che accoglie i sei attori e i due fratelli Mancuso che, dal vivo, suonano strumenti popolari e antichi come l’harmonium, il liuto, la ghironda a bordone traducendo il coro in mito e canto. Gli attori in pepli neri muliebri sono “le donne di Corinto”, città sterile di cui Giasone si è fatto re e ha abbandonato Medea incinta compiendo il delitto fatale di negarle i figli e decidendo, a monte, il destino di una città. La diversità della Medea di Emma Dante – selvaggia e impulsiva – ha a che fare col travaglio del parto, con la sua fertilità devastante e rigogliosa, con la sua innata capacità di generare e di perpetuare la specie in un paese abitato soltanto da un popolo maschile inadatto a sviluppare il seme. Ogni ricerca d’armonia nasconde la coscienza del male e l’atmosfera costruita dai sei attori in scena rileva la drammaticità della storia: la parola di Medea riecheggia forte e chiara, mentre il canto dei fratelli Mancuso riempie il silenzio nei toni dell’amore e dell’odio. Il travaglio è in atto: Medea sgrava la sua tragedia.