DI/BY JOHN FORD
TRADUZIONE/TRANSLATION NADIA FUSINI
ADATTAMENTO E REGIA/ADAPTED AND DIRECTED BY LAURA ANGIULLI
CON/WITH FEDERICA AIELLO, AGOSTINO CHIUMMARIELLO, MICHELE DANUBIO, GIANLUCA D’AGOSTINO, ALESSANDRA D’ELIA, LUCIANO DELL’AGLIO, GENNARO DI COLANDREA, STEFANO JOTTI, VITTORIO PASSARO, FRANCESCO RUOTOLO, MARIA SCOGNAMIGLIO, ANTONIO SPERANZA
E CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI/WITH THE PARTICIPATION OF CLORIS BROSCA
MUSICHE ORIGINALI ESEGUITE IN SCENA DA/LIVE ORIGINAL MUSIC BY PASQUALE BARDARO
SCENE/SET DESIGN ROSARIO SQUILLACE
LUCI/LIGHT DESIGN CESARE ACCETTA
IN COLLABORAZIONE CON
L’ACCADEMIA DI BELLE ARTI
PRODUZIONE/PRODUCTION FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, IL TEATRO COOP. PRODUZIONE/ GALLERIA TOLEDO

date/dates 28, 29 giugno/june h 19.00
luogo/venue galleria toledo
durata/running time 1h 20min
lingua/language italiano/italian
paese/country italia/italy

John Ford è un drammaturgo di epoca elisabettiana e Peccato che fosse puttana è considerato il suo capolavoro, pubblicato nel 1633: un’opera di grande tensione drammatica dove la passione proibita tra i due fratelli Annabella e Giovanni si contrappone a un mondo ipocrita e corrotto.
Del dramma, ambientato a Parma, si ricordano alcuni allestimenti memorabili: nel 1961, a Parigi, regia di Luchino Visconti, con Alain Delon e Romy Schneider; quello di Luca Ronconi – site specific – per il Teatro Farnese di Parma nel 2003; il film, del 1971, con la regia di Giuseppe Patroni Griffi, dal titolo Addio, fratello crudele.
«John Ford – commenta Nadia Fusini, che ne ha curato la traduzione – è autore terminale per l’estremo confine che segna nel territorio del male. Il gesto eroico si dà solo nell’audacia e nell’ostentazione del vizio. In un mondo che ha scardinato l’aldilà, il conflitto si colloca radicalmente nell’arbitrio della passione e l’azione nell’orizzonte vuoto dell’autonomia. È nella forza della sua convulsa passione, nella malvagità, che l’eroe avverte una sorta di brivido divino, un’affinità con le potenze cosmiche della vita». L’adattamento di Laura Angiulli concentra l’azione del dramma nella potenza della passione “incestuosa” tra Giovanni e Annabella, fratelli-amanti, che
«fanno della libertà assoluta – leggiamo nelle note di regia – la chiave della loro rivolta. Libertà negativa in cui si addensano pulsioni e desideri irregolari. Nessuno sradicamento è possibile in un mondo dove la giustizia non ha luogo, dove lo Stato non ha rappresentanza riconoscibile. Contro il vuoto non resta che il richiamo primigenio della natura. L’epilogo inevitabile è la morte violenta e crudele, che discende dalla rabbia e dal bisogno di vendetta, dal desiderio mai appagato, per sottrazione volontaria o necessaria del soggetto amato».