DI/BY WILLIAM SHAKESPEARE
TRADUZIONE/TRANSLATION GIANNI GARRERA
REGIA/DIRECTED BY LUCA DE FUSCO
CON/WITH LUCA LAZZARESCHI, GAIA APREA, FABIO COCIFOGLIA, PAOLO CRESTA, FRANCESCA DE NICOLAIS, CLAUDIO DI PALMA, LUCA IERVOLINO, GIANLUCA MUSIU, ALESSANDRA PACIFICO GRIFFINI, GIACINTO PALMARINI, ALFONSO POSTIGLIONE, FEDERICA SANDRINI, PAOLO SERRA, ENZO TURRIN
E CON LE DANZATRICI DELLA COMPAGNIA KÖRPER/AND THE DANCERS CHIARA BARASSI, SIBILLA CELESIA, SARA LUPOLI
VOCE FUORI CAMPO/VOICE OFF ANGELA PAGANO
SCENE/SET DESIGN MARTA CRISOLINI MALATESTA
COSTUMI/COSTUME DESIGN ZAIRA DE VINCENTIIS
LUCI/LIGHT DESIGN GIGI SACCOMANDI
MUSICHE/MUSIC RAN BAGNO
COREOGRAFIE/CHOREOGRAPHY NOA WERTHEIM
PRODUZIONE/PRODUCTION FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, TEATRO STABILE DI NAPOLI, TEATRO STABILE DI CATANIA
date/dates 19 giugno/june h 21.00
20 giugno/june h 19.00
luogo/venue teatro mercadante
durata/running time 2h 15min (con intervallo/with intermission)
lingua/language italiano/italian
paese/country italia/italy
In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, Luca De Fusco firma la regia di Macbeth, uno dei supremi capolavori della drammaturgia del bardo e, forse, anche tra i testi più teatralmente perfetti per coerenza e consequenzialità della struttura drammaturgica. Scritto tra il 1605 e il 1608, racconta la vicenda del vassallo di re Duncan di Scozia, che, divorato dall’ambizione e dalla brama di potere, instillatagli dalla profezia di tre streghe, insieme alla moglie progetta e porta a compimento il regicidio per salire al trono. Una tragedia fosca, cruenta, in cui domina il male.
«Questa edizione del Macbeth – dichiara il regista – si pone come ideale prosecuzione del lavoro già avviato con Antonio e Cleopatra e Orestea, due spettacoli che si sono fortemente connotati nel senso della sperimentazione e della contaminazione tra linguaggi. Anche in questo caso il teatro si mescola con le installazioni video in modo ancora più complesso e variegato rispetto ai lavori precedenti. Lo spettacolo si collega ad Orestea per il rapporto tra teatro, musica e danza, proseguendo la collaborazione con gli artisti israeliani Ran Bagno e Noa Wertheim. Si richiama invece più ad Antonio e Cleopatra per l’analogia testuale, per il ritorno della coppia Lazzareschi – Aprea, per i rapporti tra trasparenze scenografiche, video, luci fortemente cinematografiche. La logica visuale sarà però meno monumentale e più visionaria assecondando la natura fantastica del testo che vede i suoi momenti fondamentali (apparizione delle streghe, visione del pugnale, fantasma di Banquo, apparizione dei Re, delirio del sonnambulismo di lady Macbeth) tutti fortemente contrassegnati dal tema del sogno, del delirio, insomma dell’irreale. L’ambientazione non collocherà l’allestimento in una precisa epoca ma in una dimensione atemporale sospesa tra Medioevo, atmosfere da cinema anni ‘40, con uno sguardo al futuro, seguendo l’ispirazione dei costumi che la stessa Zaira de Vincentiis ha realizzato con grande successo nell’ultimo episodio di Orestea».