Cortometraggio scenico

SOGGETTO, REGIA E COREOGRAFIA MICHÈLE NOIRET
CREAZIONE E INTERPRETAZIONE MICHÈLE NOIRET, ISAEL MATA
COLLABORAZIONE ARTISTICA DOMINIQUE DUSZYNSKI, FLORENCE AUGENDRE
FILM, RIPRESE DI SCENA VINCENT PINCKAERS
FILM, REGIA VIDEO BENOÎT GILLET
COMPOSIZIONE MUSICALE ORIGINALE TODOR TODOROFF, PIERRE-AXEL IZERABLE LUCI/LIGHT DESIGN XAVIER LAUWERS
SCENOGRAFIA SABINE THEUNISSEN
COSTUMI MICHÈLE NOIRET, NAZANIN FAKOOR
PRODUZIONE COMPAGNIE MICHÈLE NOIRET / TANDEM ASBL
IN COPRODUZIONE CON LA FONDATION MONS 2015, LE MANÈGE.MONS, THÉÂTRE NATIONAL DE LA COMMUNAUTÉ FRANÇAISE DE BELGIQUE – BRUXELLES, THÉÂTRE NATIONAL DE CHAILLOT – PARIS, THÉÂTRE LOUIS ARAGON – SCÈNE CONVENTIONNÉE DANSE DE TREMBLAY-EN-FRANCE

DATE 22 GIUGNO (ORE 21.30), 23 GIUGNO (ORE 19.30)
LUOGO TEATRO MERCADANTE
DURATA 56MIN
LINGUA SPETTACOLO SENZA USO DI PAROLE

La coreografa belga Michèle Noiret ha ottenuto, negli ultimi due anni, un enorme successo internazionale con Hors-champ, un lavoro di ricerca in cui ha fuso la specificità di due linguaggi, quello del cinema e quello dello spettacolo dal vivo. L’esperienza complessa e appassionante di Hors-champ le ha consentito di affinare la costruzione di questo nuovo progetto nella direzione della “danza-cinema”. Radioscopies – il cui sottotitolo è “cortometraggio scenico” – prende spunto da un’intervista radiofonica di Jacques Chancel all’autore belga Conrad Detrez (insignito del premio Renaudot per il romanzo L’Herbe à brûler). La creazione della Noiret sarà quindi un’intima immersione nella vita di questi due personaggi e dei loro mondi interiori. Scrive Jean-Marie Wynants su Le Soir: «Ciò che interessa la danzatrice e coreografa è un universo nascosto. Ed è proprio quello che ha ritrovato in Conrad Detrez, di cui si ascolta, all’inizio dello spettacolo, qualche frase che evoca il meraviglioso, l’immaginario e la certezza che ognuno di noi possiede più personalità. […] Michèle Noiret è, al tempo stesso, la donna in abito rosso che si abbandona a una danza sensuale e solitaria… e anche la donna che osserva il proprio doppio alla giusta distanza. All’improvviso entra in scena un uomo proveniente dall’esterno (salendo le scale a quattro a quattro, perdendosi in un dedalo di scaffali…). Per un attimo ci interroghiamo sulla presenza di quest’uomo, sulla relazione con la donna che vive nella casa… tutte domande che ben presto dimentichiamo per lasciarci trasportare dalla danza sensuale che li unisce. Su tutto incombe una certa tensione, che si avvicina più alla tenerezza che all’aggressività. Ignoriamo ciò che unisce i due protagonisti ma ci affezioniamo al loro duo, alle loro apparizioni in scena e in video, davanti e dietro un’incredibile scenografia mobile che riproduce una parte del vero atelier dell’artista. […] Ogni rivelazione porta con sé nuove domande, nuovi sogni, nuovi segreti…»