DI LUCA CEDROLA
CON VANESSA GRAVINA, GRAZIANO PIAZZA
E CON IN VIDEO BENEDETTA CEDROLA
SCENA E REGIA BRUNO GAROFALO
COSTUMI MARIA GRAZIA NICOTRA
RICERCHE E REALIZZAZIONI VIDEO CLAUDIO GAROFALO
MOVIMENTI COREOGRAFICI GENNARO GUADAGNUOLO
MUSICHE ORIGINALI JOAQUÍN NIN Y CASTELLANOS
RIELABORATE DA SALVIO VASSALLO
PRODUZIONE STUDIOSEDICINONI
IN COLLABORAZIONE CON IMMAGINANDO

DATE 12 GIUGNO (ORE 21.30),13 GIUGNO (ORE 19.30)
LUOGO TEATRO NUOVO
DURATA 1H 20MIN
LINGUA ITALIANO

Nota soprattutto come scrittrice di letteratura erotica, Anaïs Nin è stata anche danzatrice, poetessa, modella, psicanalista. Ma è stata, soprattutto, una grande osservatrice dell’animo umano, delle dinamiche sentimentali, dei rapporti tra i sessi. La sua vita ha attraversato tutto il Novecento muovendosi tra Parigi e New York, tra Henry Miller e Otto Rank, per citare solo due dei suoi più famosi amanti. Ed è a questa donna che ha avuto il coraggio di sfidare le convenzioni della propria epoca che Luca Cedrola e Bruno Garofalo dedicano lo spettacolo Diario di sé: «Che sia per emulazione o per contraddizione ciascuno di noi non è che la proiezione di chi ci ha dato la vita. E talvolta, paradossalmente, nulla è più forte e condizionante di un genitore che non c’è. Anaïs Nin, undicenne, subì il trauma dell’abbandono. Suo padre Joaquin Nin, un brillante musicista e compositore spagnolo, lasciò, per sempre, sua moglie e i suoi tre figli. Quel giorno non rappresenta soltanto un momento di dolore profondissimo – che Anaïs cercherà di elaborare attraverso il suo diario – ma segna l’inizio di un intenso processo di identificazione con la figura paterna. Diversamente da quello che si può credere, infatti, la scrittrice non cercò il genitore nei suoi tanti amanti, bensì, per lei, “possedere gli uomini”, fu un modo per sentirsi un conquistatore, un Don Giovanni come il padre perduto. Dopo vent’anni, nel 1933, Anaïs incontrerà a Parigi Joaquin Nin intrecciando con lui una relazione (probabilmente) incestuosa perché per entrambi il sesso e la seduzione rappresentavano gli unici codici di comunicazione possibile. Fuori da ogni tentazione naturalistica la messinscena racconta l’incontro di questi due artisti, profondamente narcisisti, inquieti, curiosi della vita rendendo omaggio allo straordinario percorso umano e artistico di una donna che ha avuto il coraggio di guardare dentro di sé fondendo ogni sua pagina con il suo stesso respiro».

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