DI CARLO GOLDONI
ADATTAMENTO MAURIZIO SCAPARRO, FERDINANDO CERIANI
REGIA MAURIZIO SCAPARRO
CON PINO MICOL, VITTORIO VIVIANI, MANUELE MORGESE, RUBEN RIGILLO, CARLA FERRARO, MARIA ANGELA ROBUSTELLI, EZIO BUDINI, GIULIA RUPI, ALESSANDRO SCARETTI
MUSICHE NICOLA PIOVANI
SCENE E COSTUMI LORENZO CUTULI
LUCI MAURIZIO FABRETTI
MOVIMENTI COREOGRAFICI CARLA FERRARO PRODUZIONE/PRODUCTION FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA

DATE 8, 9 GIUGNO (ORE 21.30)
LUOGO TEATRO MERCADANTE
DURATA 2H COMPRESO INTERVALLO
LINGUA ITALIANO

Scritta nel 1750 La bottega del caffè è una delle commedie più conosciute di Carlo Goldoni che sarà messa in scena per il Festival da Maurizio Scaparro.
«Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi La bottega del caffè, – afferma il regista – il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale. Perché qui Goldoni, che scrive la commedia in lingua italiana, sembra prendere le distanze, prima dei suoi addii, dalla visione “magica” della Serenissima, per descrivere nella sua Bottega del caffè una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di una progressiva mercificazione della città. E non casualmente il protagonista, Don Marzio (e forse Goldoni stesso) osserva le vicende di quelle giornate di festa attraverso un occhialetto, diabolica lente, con cui scopre, spiega e racconta i fatti, le debolezze, i commerci, i piccoli amori, le piccole truffe delle persone che arrivano o vivono a Venezia, che, tra bische, botteghe e bordelli, sembra avviarsi al suo lento, inevitabile declino. Ma non dimentica Don Marzio (o Goldoni) di parlare del mondo che sta cambiando fuori da Venezia; dall’orologio che viene di Londra, o dalle notizie che filtrano dalle gazzette europee, …avete saputo che le truppe moscovite si sono ritirate ai quartieri d’inverno?, fino al rimpianto per una Napoli lontana. J’avois grande envie d’aller à Naples confessava Goldoni nei suoi Mémoires, ricordando una Venezia che aveva abbandonato prima del suo tramonto, per arrivare a Parigi quando ormai era troppo tardi per comprendere appieno e vivere i mutamenti della Rivoluzione Francese. Goldoni portava con sé Venezia, l’Italia e anche questo desiderio non compiuto di conoscenza, fascino misterioso per una Napoli mai visitata e mai conosciuta. Così, provando questo mio nuovo Goldoni, mi è capitato spesso di pensare a Goldoni e al suo occhialetto, e anche a questa nostra vecchia Europa che viviamo con qualche fatica. Per questo mi piacerebbe dedicare questa nostra Bottega a Venezia, Parigi, Napoli, un grande sogno europeo non ancora compiuto».

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