REGIA E DRAMMATURGIA GIUSEPPE SOLLAZZO
CON PAOLO ROMANO, VINCENZA MODICA, TRESY ALIBERTI, SIMONA BARATTOLO, MAY BEVILACQUA, ROBERTA CACACE, GABRIELE D’AQUINO, MIRIAM DELLA CORTE, LAURA GAGLIARDI, ANNITA VIGILANTE
E CON (IN ALTERNANZA) ANTONIO BRANCACCIO, ROBERTO CERVONE, ENZO BARONE, PAMELA IZZO, BRUNELLO DE FEO, FRANCESCA DE LUCA, MICHELE ROMEO DI TUOSTO, MASSIMO NOTA, FORTUNA MONTARIELLO, CRISTINA SICA, ANTONIO TOMBERLI
VOCI FUORI CAMPO BEATRICE LIBONATI, BARBARA SOMMER, ANITA MOSCA, ISABELLA MOSCA LAMOUNIER
MOVIMENTI COREOGRAFICI BEATRICE LIBONATI
COSTUMI MADDALENA MARCIANO
LIGHT DESIGNER DAVIDE GAGLIANI
CREAZIONE VIDEOALESSANDRO PAPAEDEMANUELE BUONOCORE
ELEMENTI SCENICI VITTORIO BARRESI
ATTREZZERIA MASSIMO NOTA
MASCHERE KRISS BARONE
DIRETTORE TECNICO GIANFRANCO IZZO
DIRETTORE DI SCENA PASQUALE CAPUTO
ASSISTENTE ALLA REGIA SALVATORE LONZ
SEGRETARIA DI COMPAGNIA ROSA PELLICCIA
IN COLLABORAZIONE CON ASSOCIAZIONE JULES RENARD
CO-PRODUZIONE CON CAMPANIA TEATRO FESTIVAL – FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL E TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE
TEATRO MERCADANTE
12 LUGLIO 2025, ORE 21:00
13 LUGLIO 2025, ORE 19:00
DURATA 70 MINUTI
Ci sono artisti che segnano un punto di non ritorno. Pina Bausch è una di questi: ha spezzato convenzioni, creando nuovi modi di abitare la scena. Lo spettacolo è la storia di un amore, ma anche di un sogno, per parlare di ciò che abbiamo dimenticato, delle cicatrici che credevamo scomparse e che il suo teatro riporta alla luce con un gesto, un’immagine. È un omaggio a Pina Bausch, il cui teatro non riflette la realtà ma la attraversa: è insieme ferita e cura. La drammaturgia intreccia suggestioni ispirate al suo immaginario e frammenti della sua vita: l’infanzia nel ristorante di famiglia, la partenza per New York, il legame con i danzatori. In scena, attori e danzatori professionisti accanto a interpreti non professionisti, ognuno portando la propria fragilità in dono allo spettacolo.
Giuseppe Sollazzo parla di “Quando la finirai con Pina Bausch?” con Giuseppe Sollazzo
G.S. Nei suoi spettacoli si nota una particolare attenzione al linguaggio non verbale, come nasce questo interesse?
Giuseppe Sollazzo: Nasce grazie al maestro Roberto de Simone, di cui sono stato aiuto regista. Un giorno mi parlò in termini entusiastici di uno spettacolo senza battute che aveva visto a Vienna, con quaranta attori tra professionisti e non. Tempo dopo mi invitò a tentare un’avventura simile con la sua compagnia, spronandomi a coinvolgere anche i pazienti dell’ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi. Così nacque “Senza trombe né tamburi”, spettacolo solo musica e movimento, rappresentato in diverse occasioni, e che poi replicammo nel 1997 al teatro Mercadante. Quella esperienza mi indicò la strada per approfondire l’idea di un teatro affrancato dalla supremazia del testo recitato, e mi avvicinò all’universo di Pina Bausch.
G.S. Non le incute timore avvicinarsi ad un mito come quello della coreografa tedesca?
Giuseppe Sollazzo: La ringrazio molto per la domanda. La risposta è sì, mi fa un po’ paura, ma ci avviciniamo al suo mondo in punta di piedi, con molto pudore. Poi l’adesione al progetto di Beatrice Libonati -assistente e danzatrice storica di Pina Bausch a Wuppertal – ha dato un’iniezione di fiducia a tutta la compagnia, dando una nuova vitalità allo spettacolo.
G.S. Cosa l’ha colpita del mondo Bausch?
Giuseppe Sollazzo: Ha allargato i confini del teatro, scardinato il rapporto tra vita e finzione scenica, sdoganato il teatro dalla necessità della trama e dell’intreccio, ricordandoci che nulla è più falso e più vero del teatro.
G.S. Cosa vedrà̀ lo spettatore?
Giuseppe Sollazzo: Vedrà uno spettacolo che parlando di una celebre danzatrice parlerà anche di noi, delle ansie del presente, e di come sia impossibile dimenticare Pina Bausch.


![CTF25_2560x500-px[34]](https://campaniateatrofestival.it/wp-content/uploads/2025/03/CTF25_2560x500-px34.jpg)
![CTF25_1200x558-px[52]](https://campaniateatrofestival.it/wp-content/uploads/2025/03/CTF25_1200x558-px52.jpg)