A CURA DI CLAUDIO DI PALMA E VESUVIOTEATRO
DA ALDO MASULLO
CON CLAUDIO DI PALMA E FRANCESCO ROCCASECCA
REGIA CLAUDIO DI PALMA
TEATRO NUOVO
23 GIUGNO 2023 ORE 20.00
Nella sua raccolta Piccolo teatro filosofico, Aldo Masullo, qualche anno fa, propose il dialogo tra Eraclito ed un venditore di orologi. All’uomo che vendeva strumenti di misurazione del tempo, “l’oscuro” insegnava che il vivere è patire, sentire, provare e che il segreto è l’azione; l’obiettivo: la
scoperta di un senso nascosto. Nella trasposizione scenica il testo originale trova nuova collocazione simbolica nei corpi di un nuotatore ed un cronometrista. Più leggeri i pensieri dei due, il motivo della loro contesa, del loro dialogo, è il tempo; il luogo della disputa il bordo-vasca di una piscina. L’acqua è lì, i suoi reverberi in scena ne confermano il moto e giustificano la più nota affermazione di Eraclito: panta rei. L’acqua resta probabilmente la destinazione finale del pensatore/nuotatore, il suo scorrere sotto le bracciate di uno stile libero rappresenta forse la più giusta testimonianza del farsi e disfarsi nel medesimo istante della vita, e, perché no, dell’assoluta simultaneità di nascita e morte.
SPORTOPERA 2023
Chi si applica alla scienza deve anche esercitare i movimenti del corpo facendo ginnastica, e così chi alleva il corpo deve farvi corrispondere i movimenti dell’anima, giovandosi della musica e della filosofia. Platone
Platone certifica l’esistenza di una complementarità fra filosofia e atletismo. La conferma probabilmente in base alla sua esperienza non tanto di pensatore quanto di lottatore, pare fosse cultore ed interprete del pancrazio. Elegge in questo modo l’agón, cioè il confronto, la disputa, a misura identificativa sia della lotta che del dialogo, ovvero dello strumento ideale della conoscenza filosofica. Così, proprio il dialogo, diventa la cifra espressiva comune alle tracce drammaturgiche di Sportopera23. Una provetta tennista, Coppi, Bartali, il nuotatore Eraclito, un allenatore spretato, si fanno interpreti singolari ed emblematici dello gnōthi seautón (conosci te stesso) e del medèn àgan (niente di troppo) ovvero dell’obiettivo e del limite riguardanti al tempo stesso l’esercizio del pensiero come quello dello sport. Già, lo sport, quel controverso miscuglio di passioni e pulsioni al quale (credendo a Porfirio “Nudi e senza tuniche entriamo nello stadio, nei giochi olimpici dell’anima”) molti filosofi hanno dedicato inesausta partecipazione emotiva e spregiudicata esplorazione fisica.
Claudio Di Palma