Da martedì 21 marzo fino a domenica 26, è in scena al Teatro Vascello di Roma “Il soccombente”, testo di Thomas Bernhard adattato per il teatro da Ruggero Cappuccio, con la regia di Federico Tiezzi.

Prodotto dalla CompagniaLombardi-Tiezzi, Associazione Teatrale Pistoiese e la Fondazione Campania Dei Festival, lo spettacolo ha debuttato in prima assoluta la scorsa estate, il 26 e 26 giugno 2021, nell’ambito del Campania Teatro Festival e ritorna ora a teatro con gli attori Martino D’amico, Francesca Gabucci, Sandro Lombardi.

Primo capitolo di un’ideale trilogia sulle arti che l’autore austriaco scrisse tra il 1983 e il 1985, “Il soccombente” è una riflessione dedicata al mistero della musica, dell’arte e della genialità.

La vicenda, che ha luogo a Salisburgo negli anni Cinquanta, racconta l’amicizia tra tre promettenti pianisti che decidono di seguire il corso di un famoso maestro, Vladimir Horowitz. Uno di questi giovani è Glenn Gould, virtuoso inarrivabile del pianoforte. Sarà proprio l’innegabile superiorità di Gould a segnare la vita di uno di loro, Wertheimer. Annientato dalla magistrale esecuzione delle Variazioni Goldberg di Bach, fatta da Gould, il giovane soccombe alla consapevolezza che non potrà mai eguagliare il talento dell’amico.

Nelle note di regia, Tiezzi racconta: «questo romanzo-monologo, insieme severo e sferzanteche Ruggero Cappuccio ha sfrondato dell’onnipresente invettiva antiaustriaca per sottolineare temi più universali quali le dinamiche contorte dei rapporti familiari e d’amicizia, si arrovella sul mistero del fallimento individuale e della disumanità dell’arte; e insieme racconta lo strazio dell’impossibilità di stabilire reali rapporti affettivi con i propri simili».

Un’opera che rivela il potenziale drammaturgico della narrativa di Bernhard e ruota intorno a una domanda semplice ma spietata: fino a che punto siamo responsabili dei nostri fallimenti e della nostra infelicità?