CHE COS’È UNA PERSONA?
PRIMA TAPPA DI UN PERCORSO DI RICERCA E CREAZIONE IDEATO E DIRETTO DA DAVIDE IODICE
ORGANIZZAZIONE E CURATELA ASSOCIAZIONE CULTURALE INTERNO 5
IN COLLABORAZIONE CON TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE
TRAINING CHIARA ALBORINO, LIA GUYSEN ZADE
TUTOR SCUOLA ELEMENTARE DEL TEATRO

RIDOTTO DEL TEATRO MERCADANTE
DAL 14 GIUGNO AL 23 LUGLIO

Pinocchio come emblema della diversità
Una residenza creativa di 12 giorni, all’interno del Festival, aperta a un massimo di 15 ragazze e ragazzi con disabilità fisica e intellettiva, accompagnati da un familiare o da un tutor, e a persone che vivono una condizione di fragilità.
«Nel mio personale arsenale delle apparizioni, che uso nei vari processi pedagogici, nella mia geografia sentimentale, questo mito popolare – spiega Davide Iodice – costituisce un centro più volte attraversato e al quale ora ritorno con una nuova chiave di lettura. L’idea è riemersa all’interno del ciclo Vocazione e Ricerca della Scuola Elementare del Teatro, il laboratorio con accesso prioritario a fasce disagiate economicamente e socialmente e particolarmente attento alla disabilità intellettiva e fisica. Il lavoro di ridefinizione delle identità attraverso l’uso dello strumento dell’Arte, la centralità della persona e delle sue fragilità, si sono sostanziati lo scorso anno in una serie di studi ispirati alla figura del burattino Pinocchio che ci è sembrato così fratello dei ragazzi con sindrome di Down o di autismo, o Williams, o Asperger che compongono l’articolato gruppo di lavoro. Come pure appartiene alla stessa famiglia di quei ragazzi ‘miracolosamente’ sottratti al crimine o in pieno percorso di ridefinizione della propria esistenza all’uscita del carcere che non hanno potuto(?), saputo(?) evitare. Pinocchio e l’intera compagine simbolica della favola sembrano incarnare tutte le caratteristiche di un’adolescenza incomprensibile, incompresa, nel cui tormento a tratti gioiosamente furioso, a tratti cupo e irredimibile, si specchia una società di adulti da macchietta o in rovina: in forme più o meno ambigue, corruttori. Pinocchio è il diverso, è tutti i diversi, con la loro carica anarchica e dirompente ma è pure il legno ‘stuprato’ come diceva Bene, dalla perversione ‘dell’immagine e somiglianza’ aggiungo io di un Padre, di tutta una Società normalizzante per la quale il concetto di Persona ha canoni rigidi, di convenzione, borghesi. Ecco allora che si è una non – persona fino a quando non si scende a patti, non si diventa ‘buoni’, non si cancella ogni minima traccia di una ‘eccezionalità’, non si diventa uguali. O non-persona, e quindi pezzo di legno, o burattino buono per un po’ di spettacolo, o animale (cane da guardia, asino); in ogni caso una mostruosità. Pinocchio, in una prima stesura, finiva con l’impiccagione del burattino, come a segnare una impossibilità di uscita, poi corretta da Collodi con una definitiva, conciliante, benevola trasformazione in bambino, in Persona. Sì, ma cos’è una Persona?».