(DISCENDERE, ATTRAVERSARE, RIAPPARIRE)

SCRITTO, DIRETTO E INTERPRETATO DA GIUSEPPE AFFINITO
AIUTO REGIA DOMENICO INGENITO
SUONO E FONICA TERESA DI MONACO
ALLESTIMENTO E LUCI ENRICO DE CAPOA, SIMONE PICARDI
COSTUMI DARIO BIANCULLO
ASSISTENTE SCENE E COSTUMI CLARA VARRIALE
ORGANIZZAZIONE CLAUDIO AFFINITO
PRODUZIONE CASA DEL CONTEMPORANEO

CAPODIMONTE – PRATERIE DEL GIGANTE
18 GIUGNO ORE 22.30
DURATA 55MIN
DEBUTTO ASSOLUTO

La rubedo – o Opera al Rosso, per citare la Yourcenar – designa in alchimia l’ultima delle fasi di trasmutazione chimica che culminano nel compimento della pietra filosofale e nella conversione dei metalli vili in oro – spiega Giuseppe Affinito. Questo passaggio avviene per sublimazione, sotto l’effetto del fuoco o dello Spirito. Da questa suggestione trae ispirazione il testo che ho composto: la materia alchemica con cui ho lavorato è quella dell’anima; l’opera da compiersi, preziosa come l’oro, prodigiosa come l’eternità, è quella dell’individuazione, dell’ “essere sé”.
Una figura giovane si aggira in una stanza trasfigurata, uno spazio della memoria, delle domande, dei silenzi, tra i ricordi, trai i propri pezzi scomposti, tra le tracce di sé negli oggetti, nei volti, nelle persone. Prende voce la partitura di un’anima acerba in cerca di un suo calibro, della sua costruzione; una sorta di monologo interiore per riflettere su una condizione esistenziale – che è, anche, intimamente generazionale: quella di un disperato e disperante desiderio di scoprirsi e di dare un senso al proprio stare al mondo.