DA LE METAMORFOSI DI OVIDIO
DI E CON ROBERTO NOBILE
PRODUZIONE FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – CAMPANIA TEATRO FESTIVAL

CAPODIMONTE – GIARDINO PAESAGGISTICO DI PORTA MIANO (PORTA MIANO)
10, 11
LUGLIO ORE 21.00 DURATA 1H

La Grecia e la Magna Grecia pullulavano un tempo di dei ed eroi, di centauri, satiri, ninfe, che trasparivano nell’acqua di fonti sacre, parlavano attraverso lo stormire delle fronde, o il boato dei vulcani e brillavano in cielo giorno e notte. Poiché gli dei scendevano dall’Olimpo a mescolarsi con le vicende umane, a ingravidare e farsi ingravidare, di fianco al misero corpo di ogni mortale camminava l’ombra del divino. E chi ascoltava le storie degli dei, la sera, accanto al fuoco, ascoltava nel contempo la sua storia e tremava per il vertiginoso accostamento, pieno di terrore e di tenerezza. Le metamorfosi di Ovidio è la summa di quelle storie, la più grande, la più completa, ed è anche un capolavoro letterario che ha avuto enorme influenza su tutta la cultura occidentale, come l’autore stesso aveva previsto: “Ed ormai ho compiuto un’opera che né l’ira di Giove, né il fuoco, né il ferro, né il tempo, che tutto rode potranno cancellare ( … ) E ovunque si estende, sulle terre domate, la potenza romana, le labbra del popolo mi leggeranno, e per tutti i secoli, grazie alla fama, se qualcosa di vero c’è nelle predizioni dei poeti, vivrò.”
Quella frase ore legar populi, cioè le labbra del popolo mi leggeranno, rimanda al parlato, all’oralità, e quindi al prima della scrittura, al tempo lontanissimo quando le storie si incarnavano e risuonavano in un corpo. Quando lo stupore del sacro annebbiava la vista e non potevi distinguere se era l’uomo che raccontava il dio, o viceversa. E l’aedo che narrava “Le storie del Mondo”, spesso era vecchio, spesso “cieco”; perchè il suo “sguardo” era rivolto all’interno, in quel prodigioso incontro tra la saggezza accumulata e il tesoro del mito.

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ph Guglielmo Verrienti – ag Cubo