NUOVO TEATRO CATALANO A NAPOLI
SCRITTO DA MARTA BUCHACA
CON TERESA SAPONANGELO, IVAN CASTIGLIONE
E CON VINCENZO ANTONUCCI, MARIANO COLETTI, GIAMPIERO DE CONCILIO, ARIANNA IODICE
LUCI ALESSANDRO MESSINA
COSTUMI ALESSANDRA GAUDIOSO
IMPIANTO SCENICO E REGIA MARIO GELARDI
PRODUZIONE NUOVO TEATRO SANITÀ
PALAZZO FONDI
14, 15 LUGLIO ORE 19.00
DURATA 1H+30MIN
PRIMA ASSOLUTA
Una famiglia perbene, madre, padre e un figlio. Una vita senza traumi procede con linearità. Il figlio ha tre amici, due ragazzi e una ragazza, una comitiva di oggi con la testa e gli occhi spesso presi da uno smartphone.
La quotidianità di questa piccola società viene interrotta da un atto violento, che altera per sempre la vita di tutta la famiglia. Ispirandosi ad un fatto realmente accaduto, l’autrice Marta Buchaca racconta il cinismo di una generazione che trova complicità e protezione negli adulti. La storia è raccontata con salti temporali che conducono dal passato al futuro e riportano poi al presente. Plastilina cerca di capire la violenza dei giovani e da che cosa essa sia provocata. Non c’è alcuna assoluzione né per i padri né per i figli. La storia ha un taglio chirurgico, che espone la coscienza dei protagonisti al pubblico, come un organo che palpita. Il testo pone tutti i personaggi davanti a una scelta etica ed umana. Come spesso accade nelle famiglie in cui avviene un atto violento, la coppia si divide invece di unirsi. Le parole diventano lame. La vicenda mette in luce la naturalezza con cui i personaggi affrontano la tragedia, quasi non ponendosi il problema, come se restassero spettatori di un video sul proprio smartphone.
PROGETTO E TRADUZIONI A CURA DI ENRICO IANNIELLO
PRODOTTO DA CASA DEL CONTEMPORANEO, NUOVO TEATRO SANITÀ, MUTAMENTI/TEATRO CIVICO 14
IN COLLABORAZIONE CON DELEGAZIONE DEL GOVERNO DELLA CATALOGNA, INSTITUT RAMON LLULL
PALAZZO FONDI DALL’1 AL 15 LUGLIO
La produzione drammaturgica catalana, arricchitasi enormemente negli ultimi quindici anni grazie al lavoro di importanti presidi culturali come la Sala Beckett o attraverso progetti speciali dedicati alla scrittura come la piattaforma Catalandrama, o il T6 del Teatro Nacional de Catalunya – all’epoca diretto dal drammaturgo e regista Sergi Belbel –, ha trovato un importantissimo referente scenico in Italia, specificatamente a Napoli. Le due città gemelle, portuali, marine e collinari insieme, linguisticamente percorse dalla stessa corrente dovuta a uno scambio costante tra le due coste, ultimamente si parlano moltissimo, teatralmente, con risultati inaspettati. Bisogna sottolineare come esperimenti di traduzione dal catalano a una lingua teatralmente molto potente quale il napoletano, hanno prodotto spettacoli fortunati che hanno aperto la strada a una sorta di scrittura transmediterranea (Chiòve e Jucature di Pau Miró, premio Ubu 2013, ne sono due chiari esempi). Jordi Galceran, LLuisa Cunillé, Josep Maria Mirò, Jordi Casanovas, Marta Buchaca e altri autori catalani sono stati costantemente portati in scena nel nostro paese ultimamente, nei più importanti contesti.
Il progetto Rua Catalana intende arricchire, dietro la spinta della Delegazione del Governo Catalano in Italia e dell’Istituto Ramon Llull, e rinforzare questa relazione attraverso la messinscena di tre nuovi testi andati in scena in Catalogna con succes- so nelle ultime stagioni, affidandoli a tre compagnie che usano frequentemente il napoletano come lingua di riferimento per il loro lavoro.
Enrico Ianniello