A CURA DI: ARTURO CIRILLO
durata: 1h 30m | Paese: Italia | Lingue: italiano
Auditorium di Scampia25-26-27-28/06/2009, 20:30

PRODUZIONE: PUNTA CORSARA – FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL.
IN COLLABORAZIONE CON: MERCADANTE TEATRO STABILE DI NAPOLI.

Punta Corsara è il progetto triennale di impresa culturale (2007/2009) promosso dalla Fondazione Campania dei Festival diretto da Marco Martinelli regista del Teatro delle Albe di Ravenna, sostenuto nel 2007/2008 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Campania e ora, nel 2009, dalla Regione Campania. Punta Corsara nasce dall’esperienza di Arrevuoto, in cui per tre anni teatro e pedagogia sono diventati pratica unica e efficace, mettendo insieme intorno a un palcoscenico studenti, artisti, associazioni e istituzioni. Punta Corsara nasce dal possibile intreccio di tre linguaggi diversi: programmazione teatrale, laboratori, formazione ai mestieri dello spettacolo. A partire dal 2007, questo triplice incontro avviene nell’Auditorium di Scampia, uno spazio per lo più inutilizzato, oggi dotato tecnicamente per realizzare un calendario quotidiano di attività, in attesa dei lavori permanenti di ristrutturazione che dovrebbero concludersi entro il 2009. In poco più di due anni, dal Teatro delle Albe a Marco Paolini, da Armando Punzo a Danio Manfredini, dai Motus ad Altre Velocità, registi e attori hanno presentato il loro lavoro a un pubblico misto, del centro e del quartiere. Accanto agli spettacoli, la relazione con il territorio e la città è costruita ogni giorno attraverso laboratori, fra cui video animazione, pittura, murales, circo, banda, breakdance.
La formazione ai mestieri dello spettacolo coinvolge invece un grup- po di venti ragazzi, che dall’inizio del progetto hanno partecipato a laboratori e incontri, tenuti da maestri riconosciuti a livello nazionale e strutturati in tre indirizzi specifici: attori e danzatori, organizzatori, tecnici. A conclusione di questo percorso triennale, Arturo Cirillo guida gli allievi attori in uno studio a partire da Fatto di Cronaca di Raffaele Viviani. Insieme ai corsari, in scena anche Emanuele Valenti loro coordinatore, e Salvatore Caruso e Rosario Giglio con cui Cirillo ha lavorato in molti dei suoi spettacoli.
«Ho dei ricordi molto vivi di quando vidi qualche anno fa al Teatro Argentina di Roma Pace!, il primo movimento di Arrevuoto. È stato il mio primo incontro con i ragazzi di Scampia, anche se poi non erano tutti di lì, ma anche di altri quartieri. Quello che pensai, tornando a casa dopo lo spettacolo, è che avevo avuto l’impressione come se tutti quei ragazzi, credo fossero cento, ci avessero insegnato qualcosa, o forse ce lo avessero suggerito – qualcosa che aveva a che fare con il Teatro, con quello che a volte, spesso direi, ci sembra uno stanco rito. Forse la cosa più forte era che quei ragazzi ci credevano, più di noi teatranti di professione. Per un giorno, l’atto teatrale aveva mostrato ai miei occhi tutta la sua violenta assoluta forza di accadere ed essere, senza finzione. Poi il tempo è passato e da Arrevuoto è nata Punta Corsara, un gruppo molto più ristretto di ragazzi che per un po’ di anni hanno incominciato a frequentare di più il teatro, ad incontrare vari artisti, e a capire come questo mondo funziona. Io li ho già incontrati qualche volta, in questi anni, e ora con loro mi appresto a fare uno studio su un testo molto bello di un autore che non ho mai affrontato: Raffaele Viviani. Un autore che nella sua storia mi ricorda anche questi ragazzi: un ragazzo proletario, che della vita e della sua città conobbe molto bene l’emarginazione e la violenza. Io su Scampia non so niente, so quello che sanno tutti: so quello che si legge in due bei libri come Gomorra e Napoli comincia a Scampia, so la cronaca di questi anni. Ma non so cosa – semplicemente – voglia dire viverci, anche nella sua normalità e nelle sue abitudini. Come non so nulla della vita dei personaggi che metteva in scena Raffaele Viviani, personaggi credo a lui molto simili, a lui vicini di vita e di strada. Allora mi piace l’idea che questo viaggio sia uno studio: io studierò loro, e loro studieranno Fatto di cronaca, cioè cercheranno delle risonanze tra l’allora di questo testo e il loro oggi. Non credo che si possa fare teatro senza parlare di sé, di quello che la vita ci ha insegnato e mostrato. Non lo so se si farà teatro, se si sarà attori, ma per provarlo a fare si deve partire dalle proprie storie e poi fare sì che esse diventino la Storia. Dai pensieri e dalle emozioni di questi ragazzi di Scampia, quindi del mondo, si parte per raccontare un fatto di cronaca, una storia di quotidiana violen- za, quella più nascosta ma anche più duratura, un mondo inconsapevolmente ipocrita, dove l’innocenza è peccato e scandalo.
Un fatto, un semplice fatto di cronaca, un fatto di cronaca di Raffaele Viviani, che accadrà a Scampia» – Arturo Cirillo.