IDEAZIONE E REGIA: MATTHEW LENTON
ISPIRATO A: “L’INTÉRIEUR” DI MAURICE MAETERLINCK
durata: 1h 15m | Paese: Italia, Gran Bretagna | Lingue: inglese (con sottotitoli in italiano)
Nuovo Sannazaro10-11/06/2009, 20:00 – 12-13-14/06/2009, 23:00

PRODUZIONE: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA E MERCADANTE TEATRO STABILE DI NAPOLI.
IN COPRODUZIONE CON: VANISHING POINT, TRAVERSE THEATRE.
IN COLLABORAZIONE CON: LYRIC HAMMERSMITH, TRON THEATRE.
CON IL SOSTEGNO DI: NATIONAL THEATRE STUDIO.
CREAZIONE: VANISHING POINT.

Dopo l’esperienza del workshop tenuto con Manlio Santanelli nel corso dell’edizione 2008 del Festival, Matthew Lenton – regista britannico e direttore artistico della compagnia Vanishing Point di Glasgow – ritorna a Napoli con Interiors, spettacolo in cui dirige attori italiani e inglesi, selezionati attraverso audizioni a Napoli e a Glasgow. A partire da L’Intérieur di Maeterlinck, il regista ha creato uno spettacolo di grande impatto visivo, dove le dimensioni del pubblico e del privato si confondono.
«Abbiamo iniziato a lavorare su una pièce di Maurice Maeterlinck intitolata L’Intérieur, in cui un anziano signore e uno sconosciuto, in piedi davanti a una casa isolata, guardano i membri di una famiglia seduti insieme in salotto. Come il pubblico, l’anziano osserva la famiglia attraverso una finestra. È venuto per dare loro una notizia terribile, quella della morte della figlia, ma più li guarda e più diventa difficile trovare il coraggio per comunicarglielo. Inizia a crearsi una certa tensione, che emerge dalla differenza tra ciò che l’anziano sa e ciò che la famiglia non sa, tra l’esperienza del primo e l’innocenza della seconda.
Questo racconto riguarda Interiors solo in parte: improvvisando sul testo, è emerso qualcosa di nuovo, un nuovo stimolo, una nuova storia. Ci affascinava l’idea teatrale di osservare le persone attraverso una finestra, di guardare senza sentire, osservare comportamenti umani a distanza, come gli uomini agiscono gli uni con gli altri, come il mondo interiore e quello esteriore entrano in collisione.
La città di Glasgow, dove ha sede Vanishing Point, e Napoli, dove siamo ospiti, sono state importanti nello sviluppo del progetto. Entrambe sono densamente popolate e spesso gli appartamenti in cui si vive sono così vicini da dare direttamente sugli altri, cosicché dalla propria finestra si può guardare la stanza di qualcun altro. Di sera, c’è un intero panorama di finestre illuminate, dietro le quali la gente cucina, mangia, guarda la tv, litiga e fa l’amore. Siamo andati a nord, verso il polo, verso Longyearbyen nelle Isole Svalbard, un paesaggio innevato dove l’inverno dura quattro mesi, dove – come dice un abitante del luogo – chi vive in comunità sopravvive all’inverno, chi resta solo diventa matto o viene divorato dagli orsi polari. Abbiamo immaginato case nel mezzo del nulla o navi in mare aperto. Piccole scatole di luce, bellissime, ipnotiche, seducenti, intriganti. Dentro ognuna di esse, la gente vive la pro- pria vita, con speranza e paura, ma ignara di ciò che il fato ha in serbo per il futuro» – Matthew Lenton.