DI: DARIO FO E FRANCA RAME
REGIA: GIULIO CAVALLI
durata: 1h | Paese: Italia | Lingue: italiano
Teatro Augusteo09-10-11/06/2009, 20:00

COPRODUZIONE: NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA, BOTTEGA DEI MESTIERI TEATRALI.
IN COLLABORAZIONE CON: NEXT REGIONE LOMBARDIA.

L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe è un testo teatrale inedito di Dario Fo e Franca Rame ispirato all’omonimo romanzo pubblicato nel 2008. I due autori dedicano al rapporto con l’ambiente una nuova tappa del loro singolare percorso biografico e professionale che ha saputo intrecciare, in più di cinquant’anni di lavoro, le più attuali critiche socio-politiche alle forme di narrazione po- pola. Siamo dinnanzi all’apocalisse più grave di ogni tempo, un disastro ambientale del quale noi stessi siamo responsabili. L’unica via d’uscita sembra essere paradossalmente una catastrofe, che faccia fare al mondo un bel passo indietro. Giulio Cavalli mette in scena il testo di Fo e Rame mettendo in moto un singolare teatro d’inchiesta. Nella costruzione della parte dello spettacolo dedicata a Napoli, Cavalli si avvale della collaborazione del giornalista de “L’Espresso” Emiliano Fittipaldi.
«La catastrofe può essere salvifica se determina un nuovo inizio, se si srotola come catarsi necessaria per ricominciare e ricostruire. E chi altro può vederla se non il giullare ebbro con la paia che annusa lontano? E allora sarà proprio lui, in scena e per terra com’è costume dei matti, ad apparecchiare la cerimonia per la benvenuta catastrofe. L’apocalisse rimandata è una città immaginabile dove all’alba infarta la produzione energetica, una città che si sveglia ricollocata un secolo prima; in mezzo ai detriti industriali e alle macchine orfane e ormai mute, l’agorà si riunisce per reinventarsi. Ma non è la tragica scena dell’ennesima produzione apocalittica ripiena di patetismo ed esami di coscienza sempre tardivi: la piazza “rimasta a piedi” è una devoluzione festosa e comun- que rivoluzionaria, una strada che va a riprendersi il rapporto sereno tra le persone e il mondo che ci sta intorno per fondare una nuova vivibilità. Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di ambiente, ecologia, energie sostenibili e rinnovabili? Quante volte subiamo l’inquinamento nozionistico di teorie e strategie che subito dopo si contraddi- cono o rimangono oscure? Il teatro può (e forse, deve) raccontare que- sto nostro rapporto prevaricante con l’energia in modo diretto, sempli- ce ma non banalizzato e, perché no, istruttivo. L’apocalisse rimandata non è un campanello d’allarme (quello è suonato già tempo fa e non ce ne siamo accorti) ma piuttosto una “riunione condominiale” in teatro per decidere come rimboccarsi le maniche e chi fa cosa. Il modo di stare in scena è quello modernissimo dei cantastorie che Fo ci ha aiutato a non dimenticare, con la forza ancora incontaminata della parola sul palco senza artifizi. Dietro, a incorniciare il palco, una macchina che smette durante lo spettacolo il suo alito petrolifero per scoprire che spegnersi (per ripartire) è possibile. L’apocalisse rimandata è un quadro con il tratto forte e il digrignar di denti che disegna gli sfondi, gli oggetti e le atmosfere che bisogna urgentemente cancellare» – Giulio Cavalli.